Cesena U15, grazie ragazzi

C’era una finale da giocare e la si è giocata. Questo imporrebbe di partire dal risultato della stessa ma per una volta mi sembra doveroso sottolineare, più che i contenuti di un match, comunque di livello, l’impegno, i sacrifici, la passione e l’attaccamento ai colori del Cavalluccio che un gruppo di ragazzi, quello degli Under 15 in questo caso, ha dimostrato in questa stagione 2018/19 sicuramente atipica e tutt’altro che semplice.

Abituati a confrontarsi con realtà giovanili serbatoio di tutte società di Serie A, scegliere di rimanere dopo il fallimento e unirsi a un progetto di risalita immediata tra i professionisti, è stata una scelta non facile anche alla luce del fuggi-fuggi generale che ha investito il settore giovanile bianconero di Cesena. Questi ragazzi no, hanno scelto di proseguire il loro cammino col Cavalluccio e rinforzati dall’innesto di altre giovani e promettenti leve, hanno contribuito a rendere questa annata comunque un anno di grande crescita di tutto il movimento calcistico giovanile bianconero.

A noi genitori che ne abbiamo avvallato le scelte, appoggiato i sacrifici e condiviso le tante gioie, è doveroso riconoscer loro un grande grazie perché la luce e le emozioni che li hanno sempre accompagnati e ci hanno trasmesso sono un patrimonio unico della purezza che il calcio ancora in questa età riesce a regalarci. E allora grazie a questo gruppo, al loro mister e a tutto lo staff perché, al di là di una sconfitta, questi ricordi e questa crescita sono fondamenta essenziali per il loro e nostro futuro.

Privati di un sogno

Si sarebbe dovuta disputare nel tempio di questa Società, l’Orogel Stadium “Dino Manuzzi”, ma il regolamento UEFA, in ragione degli imminenti Europei U21 che inizieranno a metà giugno, ha privato i nostri “eroi” del gusto di giocarsi la partita dell’anno all’interno di quello che, auspico a tutti, possa essere un giorno la loro casa dove continuare a respirare l’odore dell’erba, assaporare le emozioni della Curva Mare e dove poter correre dietro un pallone a coronamento del loro più grande sogno.

Si doveva giocare sul prato del Manuzzi dicevo, e i ragazzi sentivano la carica e la responsabilità di questo evento, ma si è giocato nello stadio (chiamiamolo pure così) di Gambettola in un campo e in una struttura che non possono essere all’altezza di una finale di un Torneo giovanile di questo livello. Tutti avremmo meritato un impianto degno ma soprattutto i ragazzi non meritavano di essere privati di questo grande sogno.

La partita

E poi c’è stata la partita. E quello che non è successo mai in stagione si materializza proprio all’ultima curva di un’annata comunque fantastica. Pronti e via e senza neppure avere il tempo di metabolizzare che quello non era il Dino Manuzzi che il Cesena, grazie a due clamorosi regali, si è ritrovata sotto 2-0. Da situazioni come queste ci passano e ci sono passati tutti i professionisti del gioco del calcio e tutti hanno vissuto sulla propria pelle la sensazione di “sentirsi tagliate le gambe“.

Il Cesena ci ha provato e ai ragazzi nonostante una performance non all’altezza delle loro possibilità (basti pensare alle sfide con Spal, Parma, Atalanta e Inter) non si può rimproverare nulla ma gli si può solo dire grazie per tutte le emozioni che ci hanno permesso di vivere e condividere in questo percorso che ci ha riempito il cuore di bianconero. E’ finita così, con quelle due disattenzioni (tra le pochissime che si ricordino quest’anno) che sono costate la vittoria nel Torneo Sarti a cui allenatore, società e ragazzi stessi tenevano tantissimo. Sportivamente vanno riconosciuti i meriti all’avversario che ieri sera ha meritato il successo.

Sconfitte che fortificano

I ragazzi, quelli in campo ma soprattutto quelli che per le regole del gioco non hanno potuto dare il loro contributo (comprensibile la loro delusione) devono prendere tutto quello che di buono può darti una sconfitta. Perché ricordatevi che c’è sempre una parte del bicchiere che è mezza piena. E le sconfitte come quelle di ieri sono cicatrici che in futuro vi ricorderanno che solo attraverso di esse chi è forte nelle gambe ma soprattutto nella testa, saprà rialzarsi e da queste uscirne più forte per inseguire le vittorie ed i successi che col sacrificio vi state costruendo.

E’ la resilienza una qualità che insieme all’umiltà dovrà accompagnarvi sempre nello sport e nella vita. Gli atleti per arrivare ad esser tali devono prima di tutto diventare uomini e grazie al percorso che Cesena vi ha dato la possibilità di seguire (siete dei privilegiati non dimenticatelo mai) avete il futuro nelle vostre mani o forse, in questo caso, nei vostri piedi.

Il Cesena Fc è caduto, ha saputo rialzarsi, si è ripreso il calcio professionistico, sta ripartendo con basi solide per il futuro e voi ne siete parte. Per questo, per voi e per noi che amiamo la luce dei vostri occhi e lo spettacolo che sempre avete saputo offrirci, vi ringrazio, sono certo di farlo a nome di tutti i genitori, e vi faccio il più grosso in bocca al lupo!

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Pubblicato da Luca Gramellini

Laureato in Scienze Politiche all'Università degli Studi di Bologna da sempre affascinato dal giornalismo sportivo. Scrivere è sempre stata una passione. Essere apprezzati dipende da noi stessi, ma resta un privilegio. Non smettete mai di cullare i vostri sogni. Credeteci sempre e lottate per raggiungerli. Credete in voi stessi. I sogni si avverano.

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