Delusione a caldo? A freddo anche di più

Se domenica sera a caldo la sconfitta dell’Unieuro Forlì È stata cocente, oggi a freddo brucia ancora di più

Quante volte ci siamo detti: “Oggi abbiamo toccato il fondo“, o quante altre abbiamo scritto: “Adesso bisogna voltare pagina e ripartire“.

La Forlì del basket è ormai stracolma di questi luoghi comuni ed è paradossale con quanta regolarità si passi, di anno in anno, da momenti esaltanti ad altri di profonda depressione.

Non si è mai capito il perché e forse non capiremo mai il motivo per il quale a Forlì, come successo a Reggio Emilia, piuttosto che a Sassari o Venezia, non si possa fare basket a un certo livello.

Sulla serietà dell’attuale società, credo di poter esprimere il pensiero popolare, non vi sono dubbi, ma sulla capacità di fare una Pallacanestro che più si sposi con l’ambizione della piazza, qui un po’ tutti nutriamo qualche perplessità.

Poi c’è un’altra questione; e qui non so in quanti la vedano come il sottoscritto ma a mio avviso il punto su cui la società dovrebbe riflettere, e profondamente anche, è il basket in quanto spettacolo.

Lo spettacolare pubblico biancorosso

Verissimo che nello sport agonistico ciò che più conta è la vittoria. Ma nella pallacanestro, a differenza che nel calcio ad esempio, non vinci se non giochi bene. Nel calcio puoi fare 95′ di catenaccio e portare a casa 1 punto oppure 3 “se gli astri ti si allineano tutti“.

Nel basket no. Qui per vincere è fondamentale che la squadra giochi e giochi bene perché in caso contrario succedono cataclismi come quello di domenica, in cui subisci 96 punti in casa dall’ultima in classifica e perdi faccia e partita.

Il giorno dopo è anche peggio

Se a caldo “l’ho toccata piano” esprimendo una più che comprensibile delusione, a freddo mi sento di andare oltre.

Qui ci siamo rotti le scatole di assistere (ribadisco la regolarità annuale) a scempi come quello contro Orzinuovi. Ci siamo rotti le palle (quando ci vuole, ci vuole!) di vedere una squadra apatica e giocatori con il volto funereo.

Ai miei figli, regola prima, quando vanno a giocare ricordo spesso che si tratta pur sempre di un gioco e che in primis bisogna sorridere e divertirsi.

In molti potranno pensare che nel caso chi la pensa così può sempre stare a casa, ma a questi rispondo: “Perché vi farebbe schifo invece divertirvi un po’ di più? Il basket è il gioco più entusiasmante del mondo (è soggettivo ma spesso così) e qui riusciamo, ora che abbiamo tutto per fare basket, a farne uno spettacolo tristissimo”.

Minato l’entusiasmo

Infine, ci siamo stufati di vedere come a Imola siano in grado di fare (paradossalmente) meglio con un budget più limitato e a Ravenna addirittura “percularci” dall’alto della classifica indovinando gli americani o costruendo roster in grado di farli rendere al meglio.

Possibile che tutto questo non sia realizzabile a Forlì? Una piazza che ha lanciato nel basket mondiale prima ed europeo attualmente un certo Maurizio Gherardini e nel basket italiano di buon livello un certo Nicola Alberani?

La passione forlivese in una foto

Personalmente rispetto ed anzi ammiro i ragazzi della curva, che domenicalmente non fanno mai mancare il loro supporto agli uomini di coach Delll’Agnello ma senza vergogna ammetto che da un po’ di tempo lo spettacolo che ci viene offerto non mi entusiasma più e capisco tutti quei tifosi (non parlo degli occasionali) che faticano a sentirsi coinvolti.

Vedere una squadra apatica, gente costantemente col muso, altri sempre fermi ai box e americani che faticherebbero nella promozione di Papua Nuova Guinea, il tutto ovviamente al netto della solidità economica della società e della posizione di alta classifica che sono comunque fondamentali, mi ha minato quell’entusiasmo che mi portava a vivere con ansia l’arrivo dei match della Pallacanestro Forlì 2.015.

La vittoria con Verona insegna

Vorrei e credo vorremmo tutti che Verona piuttosto che Faenza non fossero episodi, a Forlì deve diventare il “trend“. È una speranza? Forse, ma anche una sacrosanta verità perché in questa stagione abbiamo dimostrato che anche sotto San Mercuriale si può fare.

Siamo giunti all’epilogo di questo anno 2019 e lo abbiamo chiuso come peggio non avremmo potuto. Adesso la società ha una grande responsabilità: ridare entusiasmo a chi come me vorrebbe uno spettacolo differente e soprattutto dare un segnale forte su quelle che sono o saranno le intenzioni presenti e future.

Sono certo di non essere solo dentro a questo equivoco che attanaglia il basket a Forlì.

Un sincero augurio di Buon Anno a tutti ma alla Pallacanestro Forlì 2.015 un po’ di più perché se noi abbiamo voglia e bisogno di spettacolo, Lei ha bisogno di tutti noi.

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Luca Gramellini

Laureato in Scienze Politiche all'Università degli Studi di Bologna da sempre affascinato dal giornalismo sportivo. Scrivere è sempre stata una passione. Essere apprezzati dipende da noi stessi, ma resta un privilegio. Non smettete mai di cullare i vostri sogni. Credeteci sempre e lottate per raggiungerli. Credete in voi stessi. I sogni si avverano.

Verified by MonsterInsights