Paratici bene nel mercato in entrata. Sulle uscite pagate colpe anche non sue
Finalmente! Sì, finalmente si è concluso il calciomercato e la Juventus, a dispetto di quanto detto, scritto e paventato, è rimasta ciò che era un mese fa, più o meno.
Non è arrivato l’attaccante tanto cercato, così come non è partito nessuno degli esuberi di cui tanto si è chiacchierato.
Ora è evidente che si possa fare una valutazione oggettiva di quello che è stato il mercato, il primo lo ricordo, di Fabio Paratici come CFO della Juventus Football Club S.p.A.
Acquisti di livello
Certamente positivo quello in entrata, perché al di là di quanto si è visto in queste prime due giornate di campionato, gli acquisti di Buffon, Danilo, de Ligt, Demiral, Rabiot, Ramsey, Romero e L. Pellegrini, rappresentano un più che buon mercato per uno alla prima esperienza in prima linea. Per contro, e con tutte le attenuanti del caso, non può definirsi positivo quello in uscita, perché le mancate cessioni di cui tanto si è vociferato e che si è cercato di realizzare, pesano sicuramente nel giudizio finale.
Insufficienza con attenuanti
L’insufficienza sul mercato in uscita è inevitabile. Come è lampante che alla Juventus, anche in virtù delle esclusioni che seguiranno sulla lista Champions, non siano propriamente contenti di queste mancate uscite e relativi mancati introiti economici. Perché non dimentichiamoci che anche solo il risparmio di quegli ingaggi percepiti dai calciatori bianconeri (tutti) avrebbero consentito maggior ossigeno e serenità al bilancio di Madama.
Le attenuanti non possono essere determinate dal fatto che tutte le big europee hanno riscontrato i medesimi problemi in uscita, significa che tutte, in un modo o nell’altro, sono vittime di errori commessi in precedenza e comunque più brave ad operare nel mercato in entrata, quando a volte “bastano” ingaggi milionari e assegni a “millemila” zeri, che non in quello in uscita.
Rifiuti e rinnovi milionari
Paratici e la Juventus hanno pagato in prima persona i reiterati rifiuti dei giocatori ad accettare proposte e destinazioni diverse da Torino. E Paratici in particolare si è trovato a gestire alcune “patate bollenti” ereditate dalla precedente gestione (mi riferisco ad alcuni rinnovi milionari).
Così se Higuain e Mandzukic hanno rifiutato in serie tutte le proposte ricevute, l’Arsenal si è ritirato dalla corsa a Khedira dopo aver realizzato l’ingaggio del tedesco, Matuidì non è mai stato concretamente cercato da nessuno, Dybala ha fatto di tutto e di più per restare in bianconero e per Rugani non è stato trovato l’accordo con la Roma e rifiutato il Monaco a Paratici gli si può obiettare di non aver avuto abbastanza capacità di convincimento ma non certo di non averci provato.
Ma alla fine… conterà il risultato
Al tifoso, in ogni caso, il problema”esuberi” deve toccare marginalmente o addirittura non deve toccare perché quello che conterà alla fine sarà il risultato. E se grazie agli acquisti (a mio avviso di livello) la Juventus riuscirà a centrare i propri obiettivi chi si ricorderà degli esuberi? Chi avrà poi il coraggio di ribadire l’incapacità di Fabio Paratici sul mercato? Perché ci tengo a ricordarlo, un conto è definire insufficiente l’operato in uscita del CFO bianconero, un altro è definirlo un incapace.
In conclusione
In conclusione il voto a Paratici, quello reale e più importante, sarà quello che gli assegneranno Agnelli e il CDA che avranno, conti alla mano, un quadro “clinico”, economicamente parlando, decisamente più veritiero di quello che potrebbe esporvi il sottoscritto. Ma è indubbio che i tentavi di cedere Mandzukic, Rugani e compagnia ed il fatto di non esserci riuscito tendano al ribasso il voto finale del mercato bianconero che resta comunque positivo. Non dimentichiamo le cessioni e relative ottime plusvalenze di Spinazzola, Kean e Cancelo.
Sì è parlato tanto, troppo, di questo mercato ora la palla e la parola passano al campo, lui ci dirà la verità.