Da possibile partente nel corso del mercato estivo a giocatore rinato e ormai imprescindibile. Oggi è un Dybala differente
Nei giorni scorsi, commentando un tweet di Susanna Marcellini, della quale nutro per altro grande stima, ho appoggiato il suo pensiero in merito a quanto accaduto a Paulo Dybala nel corso dell’ultima stagione sotto la guida tecnica di Massimiliano Allegri.
Dopo un’esaltante stagione 2017/2018, condita da 22 gol, la Juventus decise di puntare, per arrivare alla conquista della famigerata Champions League, sull’acquisto del giocatore probabilmente più forte del pianeta. Sicuramente il più influente e determinante: Cristiano Ronaldo.
È cosa nota che l’impiego dello stesso CR7 implichi, per tutti gli altri componenti della squadra, un sacrificio ulteriore nella fase difensiva e di recupero della palla.
Ora, tutte le colpe, sia chiaro, non furono del Conte Max da Livorno, perché il fiume è fatto da due rive e perché la verità sta spesso in mezzo. Dybala ci ha messo molto anche del suo perché la testa fa sempre la differenza.
CR7 e il tuttocampista
E per poter gestire l’impiego in contemporanea dell’ultimo bomber bianconero, dell’imprescindibile Super Mario Mandzukic e dell’alieno Ronaldo, mister Allegri decise di chiedere un grande sacrificio (anche esistenziale) alla Joya Dybala che, per definizione generale, divenne quel tuttocampista mai realmente ben digerito.
Quel tuttocampista aveva onerosi obblighi di copertura e di retrocedere a prender palla molto spesso ben prima della metà campo.
Di nuovo attaccante
Oggi, per bocca del suo nuovo allenatore, quel tuttocampista non esiste più e Paulo Dybala, che ha ampiamente ritrovato se stesso e il sorriso, è solo e soltanto un attaccante.
“Ma come?” in tanti hanno obiettato. “Dybala gioca esattamente come lo scorso anno, semplicemente è più sereno e ha più fiducia nei suoi mezzi” mi scrivono convinti.
Per certi versi comprendo queste obiezioni, perché agli occhi di un osservatore un po’ superficiale, Dybala anche in questa eccezionale stagione, si ritrova a venir a prender palla sulla linea di metà campo.
Le consegne fanno la differenza
Quello che però ai più sfugge sono le consegne. Ieri a Dybala veniva chiesto di svolgere un compito difensivo per il quale non era propriamente avvezzo, oggi a Dybala viene chiesto di giocare più vicino alla porta e di sbizzarrire il suo grande talento e le sue straordinarie capacità tecniche, negli ultimi 30 metri.
La sua eccellente condizione psico-fisica lo porta poi ad essere meglio disposto al sacrificio e a scendere dietro alla metà campo per aiutare la squadra nel recupero palla.
Quello di oggi è un Dybala differente. È n giocatore che sprigiona tutta la sua Joya nel fare cui che più ama e sa fare: l’attaccante ed i gol.
E allora bravo Sarri a ridare fiducia a questo patrimonio del calcio mondiale; e sentiamo però quello che mi bravo a lui per averci messo molto del suo e fortunata la Juventus a non essersi privata di questo Dybala differente.
Bell’articolo, condivido la disamina sull’esplosione di Dybala.
Grazie