Intervista esclusiva a Shade

dal freestyle a sanremo il rapper e doppiatore, con la juventus nel cuore, si racconta

Buonasera Vito innanzitutto complimenti per il Disco di Platino per la Hit dell’estate. A tal proposito che programmi hai per il prossimo futuro?

“Innazitutto buonasera a te, ti ringrazio per i complimenti e per il tempo che mi stai dedicando. Devo dire che nell’immediato futuro non ho programmi ben definiti se non quello di fare musica perché è ovviamente il mio primo obiettivo e cerco di fare il massimo in ogni canzone che presento, ma al momento non ho ancora un’idea ben precisa di quale canzone fare uscire perché sto andando tanto in tour e nonostante abbia scritto molto non ho anora nulla di veramente concreto nelle mani. Devo ultimare tutto quello che ho iniziato a scrivere nelle varie stanze degli hotel o durante i viaggi perché come si potrà ben immaginare non è affatto semplice assemblare una canzone se non riesci a dedicarle il tempo necessario. Ora che sono un po’ più libero mi chiuderò in studio e vedremo cosa ne verrà fuori”.

Per Shade un’estate 2019 di successi. Disco d’oro e Disco di Platino – foto dariofazio.it

Vito Ventura in arte Shade. Dove nasce il tuo nome d’arte?

“Shade nasce in realtà dal rapper che mi ha trasmesso questa passione che è Eminem che si chiamava Slim Shady in uno dei suoi alter ego. Siccome ho iniziato facendo freestyle e lo stesso freestyle era il tema principale del film di Eminem ho preso quello che era il suo nome e l’ho, diciamo così, italianizzato facendolo mio nell’ormai lontano 2003-2004”.

Shade è più rapper, attore o doppiatore? E soprattutto come nasce Shade?

“Beh attore pochissimo. Ho recitato in poche circostanze e sinceramene non mi sento molto a mio agio nel ruolo di attore se non nei miei video nei quali comunque interpreto me stesso. Doppiatore invece abbastanza perché lavoro in diversi studi ed ho la fortuna di essere chiamato con una certa frequenza. Purtroppo il lavoro di doppiatore non è molto compatibile con l’altro lavoro che è quello di fare musica che mi porta via tanto tempo e quindi come si potrà immaginare diventa difficile riuscire a fare tutto. Per quanto riguarda invece la seconda domanda, Shade nasce molto rapper. All’inizio scrivevo e basta poi mi sono reso conto che non volevo fare il lavoro che facevo, perché nel 2012 ero un impiegato, e non era ciò che sentivo di voler fare. Terminata quell’esperienza lavorativa, che non fu il massimo, mi sono chiesto se avessi voluto fare quello tutto la vita oppure dedicarmi a qualcosa che sentivo più mio. Così mi iscrissi in un’Accademia di Recitazione e Doppiaggio. Sono diventato un doppiatore anche se alla fine ho svoltato con la musica. Da qui si capisce che la mia vita negli ultimi anni è stata un po’ un casino anche se casino inteso in senso positivo”.

Dal punto di vista professionale qual è l’esperienza, nonostante la tua ancor giovane età, che ricordi con maggior affetto?

“Ce ne sono diverse. Tra le più recenti sicuramente la partecipazione al Festival di Sanremo, però sono uno molto affezionato anche alle cose più semplici come ad esempio un concerto con un centinaio di persone che alla fine magari mi hanno dato qualcosa in più di un concerto con centomila persone. Sicuramente ricordo con affetto il mio primo concerto, la mia prima gara di freestyle vinta e la vittoria di MTV Spit nel 2012 che è stata quella che mi ha consacrato con il freestyle e che è arrivata dopo un periodo molto negativo della mia vita in cui lavoravo tanto ed ero molto frustrato da un punto di vista emotivo. Vincere una gara così è stato un po’ come vincere la mia Champions. Tutti mi dicevano che ero l’Ibrahimovic del freestyle perché vincevo tutte le gare ma non vincevo mai quella che, tra le gare del genere, era considerata appunto come la Champions League del freestyle. Poi, dopo quella vittoria, non ho mai più partecipato a gare di freestyle ma ho sempre sfidato, e sfido tuttora, tanti rapper ai miei eventi, ma gare ufficiali non ne ho più fatte”.

Quanto ha inciso sulla tua popolarità la partecipazione al Festival di Sanremo? Ti rivedremo sul palco dell’Ariston il prossimo febbraio?

“Ha inciso molto da un punto di vista di cambio di pubblico perché il mio pubblico è sempre stato molto giovane, compreso in un’età che andava dagli 8/9 anni sino ai 30. Ora, dopo la partecipazione a Sanremo, il target si è sicuramente alzato e mi ritrovo anche persone di 40/50 anni che mi seguono e mi ascoltano come ad esempio i genitori che accompagnano i figli ai concerti. Anche loro mi ascoltano e conoscono le mie canzoni. Pertanto Sanremo ha giovato sicuramente alla mia popolarità ed è stata una bellissima esperienza sia professionale che emotiva. Per quanto riguarda il prossimo febbraio non so davvero dare una risposta perché, come dicevo prima, attualmente in mano ho tante idee ma ancora nulla di concreto. Magari potrei rispondere a questa domanda in maniera più approfondita tra qualche settimana quando avrò avuto quel tempo di cui dicevo per mettere insieme le mie tante idee”.

Sappiamo che tu sei anche un grande tifoso della Juventus. Come nasce questa tua passione?

“Ho iniziato a seguire la Juve perché la seguiva il mio papà. In casa si guardava sempre la Juve di Del Piero, Vialli e Ravanelli, quel Del Piero, tra l’altro giovanissimo, ancor prima dell’infortunio. Il veder esultare il mio papà per la Juve mi faceva associare la sua felicità a qualcosa di positivo. E siccome tanta positività arrivava grazie alla Juve sono diventato un affezionatissimo gobbo anch’io. Il tutto però senza imposizioni ma in maniera molto, molto spontanea”.

La Juventus la sua passione. Qui Shade sfida CR7 da avversario

Come giudichi il mercato bianconero?

“Secondo me il mercato della Juve, per usare parte del titolo di una mia canzone, è stato bipolare. Da un lato è stato super positivo con gli acquisti in serie di Demiral, Pellegrini, che ora è in prestito ma è un giovane di grande prospettiva e quando tornerà potrà dire la sua, de Ligt, Rabiot, Ramsey, che sapranno essere importanti. Poi non vanno dimenticati i recuperi di Douglas Costa, Higuain e lo stesso Khedira che nell’ultima stagione non ci sono stati o hanno dato poco apporto. Purtroppo per quanto riguarda gli esuberi, nella seconda parte ci sono state un po’ di difficoltà. Dal mio punto di vista però non sono colpe neanche tanto attribuibili a Paratici perché se ai giocatori trovi diverse destinazioni e questi te le rifiutano in serie tutte quante ci puoi fare ben poco. Per questo definirei il mercato della Juve un mercato bipolare”.

Nella tua canzone dedicata a de Ligt citavi anche Maurito Icardi. Deluso dal mancato arrivo del bomber argentino?

“Se devo essere sincero per niente. Per niente perché non l’ho mai considerato un giocatore da Juventus, non perché non sia un giocatore forte e di talento, ma per questioni extra campo. Da sempre la Juventus è molto attenta al profilo dei calciatori e Icardi da quel punto di vista non mi è mai sembrato il giocatore giusto, anche per la situazione coniugale. Avere la compagna che ne cura gli interessi che partecipa ad una trasmissione televisiva come Tiki Taka tutte le settimane mi è sempre parsa come una cosa ben al di fuori dai canoni Juve. E aggiungo che non penso neanche fosse così fondamentale per i bianconeri l’apporto di Icardi, che resta un giocatore fortissimo, ma per quanto ci ha fatto vedere Higuain in queste prime uscite, e soprattutto col Napoli, non penso che la Juve avesse bisogno di nulla là davanti. Forse, avessi dovuto investire qualcosa in più, lo avrei fatto per un giocatore a centrocampo. Ad esempio il mancato approdo di Rakitic secondo me è un peccato”.

La Juventus ha optato per il cambiamento puntando su Maurizio Sarri. Tu cosa ne pensi di questa scelta?

“Se devo essere sincero (e ride) questa estate ci aspettavamo tutti un altro allenatore. Arrivava anche lui dall’Inghilterra ma non era Maurizio Sarri, infatti quando ho aperto Instagram ed ho visto il post che annunciava il nuovo mister ho pensato che fosse un post di qualche pagina come Calciatori Brutti o un post fake, quindi ho cercato di aggiornare Instagram sperando poi fosse una bufala, invece Maurizio Sarri era ufficialmente il nuovo allenatore della Juventus. Però sono uno di quelli che poi quando un giocatore, un allenatore o un dirigente prendono a far parte della famiglia bianconera diventano automaticamente da tifare e non da criticare. A tal proposito l’esempio più lampante che mi viene in mente è Max Allegri che arrivò tra lo scetticismo generale e poi ci conquistò tutti. Per questo ripongo in Sarri tutta la mia fiducia e devo dire che cominciano anche a vedersi i primi cambiamenti dal punto di vista del gioco”.

Qual è il giocatore bianconero, anche del passato, al quale sei maggiormente affezionato?

“Alessandro Del Piero senza neanche pensarci un attimo! Del Piero proprio per il fattore extra campo è sempre stato uno molto umile, un gran lavoratore, uno che in campo e nello spogliatoio si faceva sentire eccome ma lo ha sempre fatto con una gran classe che a mio modo di vedere apparteneva solo a lui. Alex ha avuto un eleganza non solo nel tocco di palla ma anche nel suo modo di apparire e di porsi. Nelle interviste ad esempio. Ricordo quel periodo con Capello allenatore che spesso lo teneva fuori ma lui non ha mai fatto una polemica, mai usato una parola fuori posto, anzi si è sempre fatto trovare pronto nei momenti in cui veniva chiamato in causa. A tal proposito ricordo una famosa punizione a San Siro che ci consegnò lo scudetto del 2006 poi revocato, ma vinto meritatamente sul campo. Del PIero ha fatto delle cose incredibili con la maglia della Juve e per questo per me Alex è il giocatore per eccellenza. Poi ho apprezzato tantissimo Pavel Nedved, Zidane e altri ma quando penso alla Juve il primo giocatore che mi viene in mente è Alessandro Del Piero”.

Ora ti chiedo di farci un tuo pronostico sulla classifica finale dal 1° al 5° posto per questa stagione.

“Eh eh (inizia ridendo) diciamo che posso dirti quella che spero e ovviamente davanti vedo la Juventus. Poi al secondo posto l’Inter perché comunque con Conte sarà una squadra rognosa. Al terzo posto vedo il Napoli, al quarto onestamente mi piacerebbe rivedere l’Atalanta perché è una società che mi piace e stimo molto ed infine al quinto posto ci metto la Lazio che secondo me farà molto bene”.

Siamo in conclusione quindi ti chiedo di chiudere gli occhi e di immaginarti sulla panchina della Juventus poco prima della finale di Champions League. Con tutti gli effettivi a disposizione quale formazione manderesti in campo?

“Allora.. (piccola pausa di riflessione) sicuramente tra i pali Szczesny che è una garanzia, sugli esterni Danilo a destra e Alex Sandro a sinistra, centrali Chiellini (ovviamente se sta bene) e de Ligt, a centrocampo Pjanic (poi una lunga pausa di riflessione) qui è difficile però direi Rabiot e Khedira e in attacco il tridente Cristiano Ronaldo, Higuain e Douglas Costa col Pipita a giocarsi le sue chance in egual misura con Dybala. E…. incrociamo le dita”.

Vito ti ringrazio per la tua cortesia e disponibilità e colgo l’occasione per farti un grosso in bocca al lupo per la realizzazione dei tuoi tanti progetti.

“Figurati è stato un piacere e sono io che ringrazio te. Per il resto crepi il lupo! Ciao e forza Juve!”.

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Pubblicato da Luca Gramellini

Laureato in Scienze Politiche all'Università degli Studi di Bologna da sempre affascinato dal giornalismo sportivo. Scrivere è sempre stata una passione. Essere apprezzati dipende da noi stessi, ma resta un privilegio. Non smettete mai di cullare i vostri sogni. Credeteci sempre e lottate per raggiungerli. Credete in voi stessi. I sogni si avverano.

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