Intervista esclusiva ad Agata Isabella Centasso

Da qualche settimana racconta la Serie A femminile, quella Serie A che da 4 anni è dominata dalla Juventus Women che anche quest’anno, nonostante diversi cambiamenti anche in seno alla guida tecnica, la vedrà protagonista. Agata Isabella Centasso, nella vita operatrice socio-sanitaria, è una bellissima ragazza con una grande passione per il calcio e protagonista con il suo VFC Venezia Calcio. La sua disponibilità e semplicità contrastano col suo soprannome “La Belva” sul rettangolo di gioco. Nonostante la sua popolarità sia esponenzialmente cresciuta nell’ultimo periodo è stato un piacere averla ospite sul mio canale per realizzare questa intervista, segno che l’umiltà che la contraddistingue è rimasta inalterata. La presente intervista è visibile anche sul mio canale You Tube.

Ciao Agata, prima di addentrarci nel mondo del pallone comincerei col chiederti chi è al di fuori del rettangolo di gioco Agata Isabella Centasso e cosa fa nella vita di tutti i giorni?

Nella vita di tutti i giorni sono un’operatrice socio-sanitaria, lavoro in una comunità per disabili intellettivi ed è un lavoro che amo. Nel tempo libero provo a cullare la mia passione che è il calcio cercando di incastrare gli allenamenti col lavoro anche se non è una cosa semplice. A tal proposito cerco di farmi ben volere dai miei colleghi ai quali sono spesso costretta a chiedere cambi turno. Soprattutto le partite della domenica non sempre si conciliano con un lavoro come il mio“.

Come nasce la tua grande passione per il gioco del calcio e qual è la trafila che hai fatto per arrivare al Venezia Calcio che, ricordiamolo, disputa il campionato femminile di Serie C?

Ho iniziato a giocare a calcio molto tardi perché ho cominciato all’età di 20 anni. Attualmente ne ho 31 e quindi sono comunque già 11 anni che gioco, ma dovete sapere che in origine cominciai col basket anche perché la mia passione per il calcio faticavo a metterla in pratica non essendoci molto seguito e bambine con cui poter condividere questo sport. Siccome le mie compagne di classe giocavano a basket tutto venne di conseguenza. Poi essendo sono in mezzo a due fratelli maschi appassionati di calcio probabilmente questo ha influito sul mio amore per questo sport. A 18 anni per motivi di studio abbandonai il gioco di squadra, ma due anni più tardi era forte la mancanza che decisi di ricominciare. Lo feci partendo dal Nettuno Lido dove già al secondo anno ero titolare e mi ritrovai in Serie A2 anche grazie all’allenatore che tuttora porto nel cuore anche perché è colui che poi mi ha voluto e portato al Venezia. Un onore ovviamente poter vestire maglia della propria città“.

Al di là del calcio da pochi giorni hai intrapreso anche la strada di “giornalista sportiva” per raccontare la Serie A femminile per SportToday.it. Ci racconti questa esperienza?

Diciamo che è molto bello e appassionate perché già seguivo il calcio femminile, però tra lavoro e impegni vari ci riuscivo solo fino a un certo punto. Adesso che mi è stato affidato questo compito trovo il modo di organizzarmi e non vedo l’ora di vedere come andranno le partite e poterle raccontare. Diciamo che sono neofita del settore perché era dai tempi dell’Università che non mi cementavo nella stesura di testi o articoli. Però è una prova molto stimolante che mi consente di rimanere informata e per la quale ringrazio SportToday per questa bella opportunità“.

Osservando il tuo profilo Instagram è facile notare anche la presenza di parecchi scatti artistici. Il mondo della moda è un tuo sogno nel cassetto?

So che questa risposta non piace, ma tendenzialmente non è mai stato un mio sogno. Mi piacciono le belle foto e ammiro molto il mondo della moda, ma non l’ho mai visto un mondo per me. Mi è capitato di fare qualche lavoro d’immagine in passato, ma tendenzialmente non ho mai amato l’idea di lavorare di immagine . Il piano estetico nelle cose in generale è certamente un valore aggiunto, ma non quello su cui fondare la mia vita o la mia immagine. Tra l’altro il lavoro che faccio, ovvero l’operatrice socio-sanitaria, penso sia proprio ciò che più in antitesi possa esserci rispetto all’idea di estetica. Ovvio che sarei ipocrita se dicessi che non sia un’arma in più e che sia una componente viva della mia persona, ma mai a livello lavorativo“.

Fuori dal campo è innegabile traspaia un aspetto dolce, ma in campo sei soprannominata “La Belva”. Come nasce questo tuo soprannome che è in netta antitesi col tuo aspetto esteriore?

Questo soprannome me lo diede mio padre da piccolina per le mie caratteristiche di grande vivacità e siccome il mio secondo nome è Isabella a lui piaceva chiamarmi “Isabelva”. Da lì è nato poi il mio soprannome “La Belva” per le mie caratteristiche di grande fisicità e di centrocampista tutto fisico e grinta”.

Il tuo ruolo è appunto quello di centrocampista e considerando il soprannome quello di centrocampista di rottura più che di costruzione. C’è un giocatore o una giocatrice da cui trai ispirazione o a cui ti ispiri?

In realtà mi rendo conto di essere di un’altra generazione, ma probabilmente il giocatore a cui mi sono ispirata o a cui assomiglio di più è Gennaro Gattuso. Alcuni mi dicono Kessie, ma devo assolutamente trovarne un altro magari che non sia milanista (e ride, lasciando immaginare una fede calcistica differente)“.

Dando un’occhiata al girone B del tuo Venezia ci sono 15 trasferte alcune delle quali anche piuttosto impegnative dal punto di vista del viaggio e del tempo. Come si concilia il tutto con il tuo lavoro?

Questa è una bella domanda per la cui risposta devo probabilmente interrogare gli astri. Scherzi a parte in qualche modo si fa, spero sempre di riuscire a far combaciare tutto anche se è molto faticoso. Gli allenamenti sono tre e come dicevi tu le trasferte sono impegnative perché trattasi di un campionato a livello nazionale e quindi ti trovi a dover fare molti km per alcune trasferte fuori regione. Fino ad oggi però sono sempre riuscita ad organizzarmi anche grazie ai colleghi di cui ti dicevo ad inizio intervista davvero disponibili a darmi una mano“.

L’esordio sarà il 10 ottobre contro Isera tra le mura amiche. Quale obiettivo si pone la tua squadra per la stagione 2021/2022?

La preparazione è già iniziata e quest’anno ci troviamo di fronte a una ristrutturazione sia a livello delle calciatrici che dello staff, nonché della squadra, dei colori sociali, è cambiato un po’ tutto. Al momento stiamo lavorando perché abbiamo delle assenze pesanti, abbiamo perso tanti titolari rispetto all’anno scorso. Alcune sono andate al Venezia Fc altre hanno smesso di giocare e quindi siamo una squadra nuova che deve trovare l’amalgama, ma che ha come obiettivo quello di fare un buon campionato puntando ai vertici della classifica. Quest’anno c’è poi stata una riforma dei campionati di Serie C che prevederanno due retrocessioni dirette più quattro determinate dai playoff per cui sarà fondamentale partire bene per non ritrovarsi invischiate nelle zone pericolanti della classifica. Sarà un campionato molto competitivo perché ci sono diverse squadre molto forti“.

Il tuo sbarco sui sociale e su Twitter in particolare ti ha portato ad una immediata visibilità ed esposizione mediatica. Quanto è difficile gestire una certa popolarità?

A dire la verità in questo momento non ho grosse cose da gestire, nel mio piccolo è solo un fatto piacevole avere un proprio spazio dove esprimere le proprie idee e avere un riscontro che per adesso è per lo più positivo e quindi non c’è nulla di difficile da gestire. C’è stato qualche episodio un po’ spiacevole, ma fa parte dell’altra faccia della medaglia, l’importante è andare avanti con le proprie idee e col proprio stile nel voler comunicare un qualcosa“.

Il calcio femminile probabilmente non raggiungerà mai i livelli di popolarità di quello maschile, ma anche grazie alle gesta della Juventus di Rita Guarino è diventato più seguito a livello nazionale. Cosa deve fare secondo te il movimento per acquisire ulteriore visibilità ed interesse?

Sicuramente si sono fatti molti passi in avanti perché adesso capita di guardare in TV qualche partita di calcio femminile che fino a qualche tempo fa non la si vedeva da nessuna parte, poi con al Juve che ora si affaccerà ai gironi della Champions e quindi al palcoscenico europeo tutto questo contribuirà a dare visibilità al movimento. La gente inizia ad interessarsi e voler verificare coi propri occhi il livello raggiunto dalle donne che giocano a calcio e creare interesse attorno a loro non potrà che elevarne la visibilità“.

Guardando alla Serie A femminile e approfittando del tuo nuovo ruolo di commentatrice posso chiederti come vedi la Juventus Women e chi è la favorita per lo scudetto?

Anche quest’anno credo di poter dire che si vada verso un campionato con la Juventus Women protagonista e questo inizio di stagione unitamente alla qualificazione alla fase a gironi della Champions non possono che aumentare l’autostima e le loro possibilità. Sottrarre il primato alla Juventus sarà un’impresa molto difficile anche se ci sono altre società molto ben attrezzate che stanno facendo bene e che lotteranno per rubarle il primato. Tra queste Roma, Inter, Milan e Sassuolo sono quelle meglio attrezzate per infastidire la Juve, ma se devo sceglierne una dico Roma“.

Non mi resta che augurarti un grosso in bocca al lupo per tutti gli obiettivi che cercherai di raggiungere

Viva il lupo e grazie mille!“.

Si ringrazia Agata Isabella Centasso ed il VFC Venezia per la disponibilità e collaborazione nel concedere questa intervista.

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Pubblicato da Luca Gramellini

Laureato in Scienze Politiche all'Università degli Studi di Bologna da sempre affascinato dal giornalismo sportivo. Scrivere è sempre stata una passione. Essere apprezzati dipende da noi stessi, ma resta un privilegio. Non smettete mai di cullare i vostri sogni. Credeteci sempre e lottate per raggiungerli. Credete in voi stessi. I sogni si avverano.

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