La legge è uguale per (quasi) tutti

Quando in qualsiasi Tribunale si legge la frase “La legge è uguale per tutti” ti senti rassicurato e pensi che almeno lì non troverai ad attenderti alcuna ingiustizia. È solo un’illusione, una speranza, perché poi come in tutte le cose veniamo chiamati a confrontarci con la realtà e a prendere atto che non è sempre esattamente così. Almeno a Torino, sponda Juventus, sicuramente. E in una serata climaticamente piuttosto fredda la Vecchia Signora sprofonda, o più precisamente viene fatta sprofondare, a -15 punti in classifica a 12 lunghezze dalla zona Europa. Fin qui tutto potrebbe sembrare di parte, in realtà trattasi di assoluta disparità di valutazione e di trattamento. Ricordiamo che la Procura della F.I.G.C. aveva chiesto la revoca della sentenza di proscioglimento per la Juventus e altri 8 club in merito al caso plusvalenze e la Corte d’Appello Federale avrebbe dovuto pronunciarsi nella giornata di ieri sull’accettazione o meno di tale richiesta. L’accusa, nella persona del Procuratore della F.I.G.C. Giuseppe Chinè, aveva chiesto 9 punti di penalizzazione per i bianconeri, inibizione di 20 mesi e 10 giorni per Paratici, 16 mesi per Agnelli, 12 mesi per Nedved, Garimberti e Arrivabene e 10 mesi e 20 giorni per Cherubini. La Corte d’Appello verso le 21:15 della serata di ieri ha emesso una sentenza durissima, iniqua, mirata a colpire unicamente la Juventus e per questo assolutamente scandalosa. Siamo alle porte di un’altra Calciopoli con il sentimento popolare lavorato ben bene ai fianchi nelle settimane precedenti. La Corte Federale ha infatti inasprito la pena rispetto alla richiesta dell’accusa, da 9 a 15 punti di penalizzazione, ma soprattutto ha prosciolto, confermando quindi i precedenti gradi di giudizio, tutte le altre squadre coinvolte. Evidentemente la Juventus deve aver “peccato” di plusvalenza con se stessa. Una decisione clamorosa per la quale il club bianconero, attraverso i propri legali, sempre nella serata di ieri ha emesso un comunicato dove ha preannunciato, una volta lette le motivazioni della sentenza, che presenterà ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport. Va sottolineato come, attraverso questo ricorso, non si potrà ottenere uno sconto di pena, ma la conferma o la revoca della stessa. Altrettanto chiaramente evidenziamo come la possibilità di una riuscita positiva del ricorso sia piuttosto bassa. E attenzione perché la Juventus sarà chiamata a rispondere anche sulla manovra stipendi, a fine gennaio, richiesta o meno di un processo, e all’indagine Prisma, con l’udienza preliminare il 22 febbraio prossimo. Il futuro, quello immediato, non è affatto limpido, d’altra parte le parole del Ministro dello Sport, Andrea Abodi, furono inequivocabili: “La cosa bella dello sport è che si può morire e rinascere, è successo a tante squadre, il Napoli, il Palermo e alla Juventus stessa che è andata in serie B. A costo di essere giudicato un pericoloso sognatore, credo che debba arrivare il momento della chiarezza e della responsabilità. Il caso della Juventus non sarà il solo“. Su quest’ultimo punto non pare avere avuto ragione e proprio all’antivigilia di una sfida delicatissima contro l’Atalanta quella legge che dovrebbe essere uguale per tutti ha sostanzialmente compiuto il delitto (quasi) perfetto. La legge è uguale per (quasi) tutti.

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