Le bandiere non si ammainano

Quante volte abbiamo pensato alla nostra squadra del cuore e ci siamo spaventati pensando al giorno in cui il nostro idolo e la nostra bandiera avrebbe lasciato il calcio? Quante volte abbiamo temuto di perdere non solo un grande giocatore ma soprattutto un grande uomo e una grande bandiera? La verità è che siamo uomini e ci emozioniamo davanti a tutti coloro che difendono i nostri colori, ma ci innamoriamo di chi, quei colori, li veste come fosse una seconda pelle, di chi, della nostra o anche di un’altra squadra, gioca una carriera all’insegna del rispetto dell’avversario cercando sul campo le chiavi di una vittoria, battendosi dal primo all’ultimo minuto con grinta, personalità e determinazione sempre nel rispetto delle regole del gioco.

Daniele De Rossi

E’ notizia di ieri che Daniele De Rossi, storico “Capitan Futuro” e centrocampista della Roma, a fine stagione lascerà la capitale ma non il calcio giocato. La serie A perderà così un’altra grandissima bandiera, non solo giallorossa, maglia con la quale ha disputato 18 stagioni collezionando 458 presenze e 43 gol, ma anche a forti tinte azzurre (117 le sue presenze in Nazionale condite da 21 gol). Così, dopo l’addio di Francesco Totti, la Roma si ritroverà priva di un altro elemento di assoluto valore, un campione riconosciuto e stimato da tutti. Una perdita importante, non solo per le indubbie qualità tecniche, ma per le sue enormi qualità temperamentali che nel corso di questi anni lo hanno reso imprescindibile nello spogliatoio giallorosso. Non gli è stato offerto alcun rinnovo di contratto, gli è stato invece proposto un ruolo in società ma lui, che di smettere col calcio giocato non è ancora convinto, ha risposto “No grazie!“. Sono gli inconvenienti dell’avere una proprietà straniera, un Presidente che vive più fuori che in Italia. Il senso di appartenenza comincia da lì e da lì non è arrivata nessuna considerazione su quello che è stato Daniele De Rossi in questi lunghi e meravigliosi 19 anni per il calcio italiano.

Daniele De Rossi l’ultima bandiera giallorossa – foto sport.tiscali.it

Sergio Pellissier

Un altro grande professionista lascerà il calcio e la serie A dopo 17 stagioni col suo Chievo Verona. 494 presenze totali condite da 134 gol. Stiamo ovviamente parlando di Sergio Pellissier. Altro grandissimo professionista sempre lontano da qualsiasi polemica e capace di far parlare di sé per le sue imprese stabilite insieme al suo Chievo Verona. Anche qui, senza paura di esser smentiti, possiamo tranquillamente parlare della perdita di un’altra grandissima bandiera.

Sergio Pellissier bandiera del Chievo Verona – foto mediagol.it

Da Maldini a Del Piero passando per J. Zanetti

Gli anni passano e con loro anche i calciatori. Le bandiere restano. Sono passati 10 anni da quando il calcio italiano ha dovuto arrendersi all’addio al pallone di un immenso quanto “immortale” Paolo Maldini e ne sono passati 7 dall’addio alla Juventus del Capitano. Già, perché Alessandro Del Piero era e resterà per tutto il popolo bianconero il Capitano e la massima espressione del concetto di bandiera. Primatista assoluto di presenze con la maglia della Juventus cucita addosso, 790 tra campionato e coppe e 290 gol. Come dimenticare quel Juventus – Atalanta del 13 maggio 2012 che sancì la fine dell’epoca di Pinturicchio con un giro di campo di quasi 10 minuti tra cori ed applausi a cui forse mai nel mondo dello sport avevamo assistito. Un’emozione da far venire le lacrime agli occhi e la pelle d’oca al solo ricordo. E come non ricordare il contributo alla causa nerazzurra di un grande campione quale è stato Javier Zanetti detto “El Tractor” un esempio di professionalità e correttezza per tutto il corso della sua lunga carriera sotto i riflettori di San Siro. Campione che ha vestito la maglia nerazzurra 858 volte di cui 615 in serie A.

Alessandro Del Piero il giorno della sua ultima con la maglia della Juventus – foto gazzetta.it

Ecco, è quando un campione lascia e tutto il mondo dello sport ne tributa la grandezza, senza distinzioni di colori e di tifo, da Maldini a Javier Zanetti, da Del Piero passando per Totti, Pellissier e De Rossi, ma ce ne sarebbero altri, capisci la grandezza del campione e dell’uomo. Uomini capaci di mettere d’accordo tutti e di strappare applausi a 360°. Lo sport è questo. Rivalità “feroce” per vincere sul campo e rispetto fuori dal rettangolo di gioco.

E seppur da domani Roma e la serie A saranno più povere e senza una grande bandiera, non dimentichiamoci che queste bandiere non si ammainano. Saranno bandiere per sempre perché noi siamo uomini e ci emozioniamo per le gesta di tutti coloro che vestono i nostri colori e ci innamoriamo di chi, quei colori, li sente addosso come fosse una seconda pelle.

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Pubblicato da Luca Gramellini

Laureato in Scienze Politiche all'Università degli Studi di Bologna da sempre affascinato dal giornalismo sportivo. Scrivere è sempre stata una passione. Essere apprezzati dipende da noi stessi, ma resta un privilegio. Non smettete mai di cullare i vostri sogni. Credeteci sempre e lottate per raggiungerli. Credete in voi stessi. I sogni si avverano.

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