PERIN voto 6,5: giocare una volta ogni morte di Papa o ogni fosse di vaccino di Szczesny non sarebbe facile per nessuno. Non lo è nemmeno per lui che però si dimostra all’altezza e attento in ogni situazione. Una piacevolissima conferma in un match difficile e con una difesa davanti da rabbrividire già all’appello. E CI CREDO CHE VOGLIA ANDARE A GIOCARE
DE SCIGLIO voto 5,5: macchia la sua prestazione con l’ingenuità con la quale provoca il calcio di rigore che rimette in piedi l’Inter. Soffre, soprattutto nel primo tempo il duo Perisic-Bastoni arrivano come treni dalle sue parti. Nella ripresa cresce e torna a giocare con la sua indiscutibile pulizia e tranquillità. INGENUO
RUGANI voto 5,5: gli va riconosciuto che giocare tre partite difficili e importanti consecutive dopo mesi e mesi a scaldare il thè ai compagni non deve essere facile. Ma il contratto da 3,5 mln implica che uno debba farsi trovare sempre pronto e questa sera era piuttosto pronto nelle indecisioni. Ci mette impegno va detto, ma per quella cifra direi che ci può stare. INDECISO
CHIELLINI voto 7: probabilmente su Barella era calcio di rigore, ma uno come il Chiello vorrei averlo sempre con me. Le classiche partite che lo esaltano fatte di lotta e sofferenza e lui, che è capitano vero, dimostra come ci si sacrifica se vuoi essere un campione. GUERRIERO
ALEX SANDRO voto 4: il voto è la media tra la qualità della sua mimica facciale prima di scendere in campo (voto 4) e la sua mimica atletica in quello sciagurato ultimo secondo (voto 4) in cui regala letteralmente a Sanchez il gol vittoria. Sbagliare è umano, verissimo, perseverare è diabolico, lo dice un detto di derivazione latina. E non essere in grado e continuare a non averne un’idea può essere un nuovo detto di derivazione brasiliana? DELETERIO
McKENNIE voto 7: oltre al gol, che comunque non è stata cosa da poco, corre per due, tampona, pressa, chiude e si getta nel recupero palla con una dedizione che andrebbe visionata. È una mezzala box to box ed è in una fase ascendente davvero considerevole. In troppi lo sottovalutano, ma con Locatelli e un eventuale colpo nel mezzo formerebbe un centrocampo di tutto rispetto. Lui c’è, altri decisamente meno. DIREZIONE TOP PLAYER
LOCATELLI voto 6: è in un momento di appannamento dopo un periodo di prestazioni di più alto livello. Ci può stare e soprattutto ci può stare quando ti ritrovi a dover fare anche quello che non fanno gli altri. E ci può stare ancora di più se il piano partita ti impone di fare da schermo davanti alla difesa e di non scoprire il fianco all’avversario. OBBEDIENTE
RABIOT voto 5,5: decisamente meno peggio delle aspettative della vigilia quando il timore era che il binomio con Alex Sandro potesse relegare la Juve a giocare in nove. Invece pur essendo nullo in fase di costruzione, si dà da fare nella fase di non possesso sino a sporcarsi i pantaloncini in una scivolata al 45′ all’interno dell’area di rigore per rimpallare una conclusione a rete di un incontenibile Perisic. HO VISTO DI PEGGIO
BERNARDESCHI voto 6, 5: è sicuramente uno dei più attivi e propositivi anche se tra i suoi difetti c’è sicuramente quello di essere un po’ pasticcione. È l’uomo più pericoloso ad inizio ripresa, ma è anche l’uomo che si divora un gol che grida ancora vendetta. Certo che un gol di Bernardeschi su assist di Rabiot per il vantaggio Juve sarebbe stato troppo pure per le congiunzioni astrali. POSITIVO (NON AL CORONAVIRUS)
KULUSEVSKI voto 5,5: un po’ più intraprendente di altre circostanze anche se del giocatore devastante visto a Parma o in rarissime occasioni nella Juve di Pirlo non v’è traccia. Ha il merito di propiziare gol del vantaggio rubando palla all’avversario e addirittura di provare la conclusione da fuori subito dopo l’1-0. Senza Chiesa infortunato ci vorrebbe un po’ di Kulu. Lui, almeno nel nome, ce l’ha. Che lo metta al servizio della Juve. SKULUSEVSKI
MORATA voto 6,5: ha il merito di fornire l’assist per il gol di McKennie ma nel complesso dà la sensazione di aver trovato un po’ più all’esterno la posizione a lui più congeniale. Dedizione, spirito di sacrificio e voglia sono sa sempre le sue armi e se come sembra dovesse lasciare la Juve entro il gennaio lo rimpiangeremo. PROFESSIONISTA VERO
DYBALA voto 5: sabato un gioiello il suo gol dal limite a Rui Patricio, quest’oggi, una volta entrato in campo, praticamente non pervenuto se non per le notizie che sono rimbalzate dall’Argentina di una sua possibile rinuncia di firmare il rinnovo di contratto con la Juve. La discontinuità è da sempre uno dei suoi talloni d’Achille e anche stare non ha saputo conservare quanto di buono fatto vedere contro la Roma. DISCONTINUO
ARTHUR voto 6: sembra che Arteta abbia chiesto all’Arsenal di uscire allo scoperto per il brasiliano. Lui esce dalla panchina e si conferma un gestore di palla invidiabile assai. Proprio quello che piace all’allenatore dei Gunners e decisamente meno a quello bianconero. ADDIO?
KEAN voto 5: non riesce ad entrare in nessuna maniera in partita e dire che non servirebbero nemmeno le chiavi per farlo, ma Moise sembra quasi più uno di quei ragazzotti di colore che incontravi in spiaggia sino a qualche anno fa e ti proponevano pelletteria di indubbia violazione del copyright piuttosto che quel ragazzotto di colore che fece più che bene con la maglia del Psg nella scorsa stagione. Da ritrovare e in fretta. VU CUMPRÀ
BENTANCUR voto 6: c’era una volta… Così iniziavano le favole che ci raccontavano alla scuola materna per farci stare buoni. Non so cosa raccontino a lui, ma di sicuro la sua non è più una bella favola. Sbaglia un solo appoggio verso Kean dopo un 1′ di buon possesso palla Juve per il resto non manca né di impegno, né di voglia di tornare titolare. L’obiettivo, però, è ancora molto lontano. C’ERA UNA VOLTA..
ALLEGRI voto 5: prepara la partita con una difesa ad oltranza e la possibilità di fare male in ripartenza. Il problema è che, al netto delle importanti assenze, se imposti un match per non perdere e schiaffi in campo Alex Sandro e Rabiot contemporaneamente hai buonissime probabilità di aver fatto una vaccata. Gli era andata bene per 119′ e 59″ poi il solito surrogato di esterno sinistro che lui stesso si ostina a mandare in campo la vaccata l’ha commessa davvero e la Supercoppa si è tinta di nerazzurro. AUTOLESIONISTA