Qualcuno fermi questa pagliacciata

Non avrei mai pensato che il mondo del calcio, con tutti gli interessi economici che muove, sarebbe potuto arrivare a una simile deriva. E qui non c’entra la fede sportiva, non c’entra la Juventus, qui si parla di regolarità di un campionato, che mette in palio e richiede investimenti di milioni di euro, e quello che sgomenta tanta parte degli amanti di questo sport è la totale disparità di attuazione delle norme di rispetto dei protocolli che avrebbero dovuto garantire il regolare svolgimento di questo campionato che invece risulterà, e risulta tutt’ora essere, il più falsato della storia.

Ma alla luce di quanto è accaduto, dal rientro dei nazionali ad oggi, siamo ad 8 giocatori più 8 membri dello staff della Nazionale allenata da Mancini positivi al Coronavirus, non è più possibile tacere e osservare inermi uno scempio come quello che sta circondando il nostro mondo del pallone. Basterebbe davvero poco per difendere l’onore e la credibilità di un campionato, basterebbe cioè applicare in maniera equa le regole ed il protocollo unico, invece è diventato è il gioco dei furbetti, il gioco del “Vediamo chi è più furbo“.

La rivalità sportiva è il sale ed il bello dello sport ma qui stiamo assistendo, evidentemente tutti quanti inermi, alla violenza reiterata verso la credibilità del sistema calcio. E’ inconcepibile che si possano giocare alcune partite ed altre no a seconda della “luna più o mena storta” dell’ASL o dell’ATS di turno. Ricordo che qualche giorno prima della famosa sfida non disputata della 3^ giornata del girone di andata, Juventus – Napoli, fu emanato ed accettato da tutti i Presidenti delle società di calcio un protocollo che avrebbe dovuto garantire lo svolgimento quanto più regolare possibile di un torneo in piena pandemia. Sappiamo tutti come il Napoli evitò di salire a Torino per giocarsi quel match con due soli positivi ed un infortunato illustre, mettendo di mezzo l’ASL napoletana. Sappiamo tutti come il giudice Sandulli e relativi gradi di giustizia sportiva condannarono la condotta antisportiva della società partenopea e ancora, sappiamo tutti come l’intervento del Collegio di Garanzia del CONI, con decisione esclusivamente politica, sconfessò giudice, protocollo e Lega Serie A, in un colpo solo.

Da quel momento in avanti il protocollo è di fatto divenuto carta straccia. La UEFA stessa, alla luce della non disputa del match Svizzera-Ucraina, si pronunciò nel senso che nessuna azienda sanitaria avrebbe potuto prevaricare la veridicità e validità del protocollo stilato per il regolare svolgimento delle partite pena la sconfitta 3-0 a tavolino. Quella sconfitta a tavolino che fu comminata al Napoli per condotta antisportiva e che oggi è divenuto solo un caso di giurisprudenza.

Non tutti ricorderanno come l’ASL Napoli 1 vietò a tre giocatori dell’Empoli di prendere parte alla sfida di Coppa Italia perché “rei” di aver viaggiato su un aereo con un positivo. Tutti ricorderanno della sfida Inter-Sassuolo non disputata alla vigilia della sosta per le Nazionali per l’intervento dell’ATS di Milano per un possibile focolaio in seno alla società nerazzurra.

Nessuno ricorda, anche perché sarebbe oggettivamente difficile il contrario, l’intervento di alcuna ASL o ATS che sia, per l’evidente focolaio scoppiato nel periodo di disputa delle tre partite della Nazionale di Mancini per le qualificazioni ai prossimi Mondiali del 2022. E così nel momento in cui si andrà a recuperare la sfida della 3^ giornata di campionato tra Juventus e Napoli con la società bianconera mai così in difficoltà negli ultimi 10 anni appare quanto mai strano come la ASL Napoli 1 non si sia preoccupata di isolare i due nazionali, Insigne e Di Lorenzo, per aver viaggiato con il “focolaio azzurro”. Appare quanto mai strano come non ci sia stato alcun intervento dell’ASL o ATS di Torino a tutela della salute degli atleti al cospetto di un focolaio certificato, questa volta davvero, e non presunto.

E allora la credibilità nonché la regolarità di questo campionato, al netto di qualsiasi fede sportiva, sono state violentate e sepolte di fronte all’omertà generale di un sistema che non ha, ad oggi, avuto il coraggio di aprire un dibattito su questo scempio a cui stiamo assistendo. A pensar male dalle mie parte si dice che si fa peccato, ma sempre dalle mie parti si dice anche che spesso ci si azzecca.

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Pubblicato da Luca Gramellini

Laureato in Scienze Politiche all'Università degli Studi di Bologna da sempre affascinato dal giornalismo sportivo. Scrivere è sempre stata una passione. Essere apprezzati dipende da noi stessi, ma resta un privilegio. Non smettete mai di cullare i vostri sogni. Credeteci sempre e lottate per raggiungerli. Credete in voi stessi. I sogni si avverano.

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