Quella malsana sensazione di disagio

Il passo d’addio di Giorgio Chiellini, capitano di tante battaglie, e Paulo Dybala segnano indubitabilmente la fine di un’epoca. Da oggi la Juventus dovrà veramente guardare avanti e farlo praticamente senza tutti gli artefici delle grandi vittorie, eccezion fatta per Leonardo Bonucci che avrà il compito di mettere a disposizione del gruppo tutta la sua leadership. Finisce un’epoca e, se per Chiellini trattasi sicuramente di un arrivederci in un futuro nemmeno troppo lontano, per sua stessa ammissione non ha ancora deciso se andare in MLS o entrare subito in società, per la Joya la storia d’amore con la Vecchia Signora si interrompe dopo 7 stagioni, 115 gol e l’ingresso nella Hall of Fame dei 10 bomber bianconeri di sempre. Sono stati mesi intensi per chi ha raccontato un rinnovo mai ratificato e per chi ha vissuto questa telenovela col dramma del vedersi privato del proprio beniamino. La Juventus perde il suo uomo più talentuoso e tecnico capace di illuminare il campo con le sue giocate, ma perde anche un giocatore arrivato 21 enne ed ora diventato uomo.

Il video messaggio col quale “Picciriddu” ha voluto, in accordo con la Juve, salutare i propri tifosi è il racconto di chi lascia ciò che ha amato e che probabilmente amerà sempre. Il tempo è galantuomo e le bugie hanno le gambe corte perché a chi insinua che le lacrime dell’argentino altro non fossero che lacrime di coccodrillo è bene ricordare che arriverà il giorno in cui anche Dybala sarà ospite in TV e allora percepiremo meglio se dalle sue parole uscirà amore o acredine nei confronti di quella che è stata per 7 anni casa sua. Inutile schierarsi o rivangare i vari passaggi di un rinnovo mai firmato, inutile indagare sul o sui responsabili di una situazione mal gestita. Ciò che indubitabilmente resta a noi tifosi è l’amaro in bocca per tante, troppe situazioni che negli ultimi tempi stanno vedendo coinvolta la Juventus che è e rimane il vero grande amore.

Sono momenti difficili per chi vive il calcio come una passione e questa passione è legata a chi ti rappresenta. Sono momenti duri pensando alle forti divisioni che spaccano una tifoseria mai così disomogenea. E tutto questo porta quella malsana sensazione di disagio da cui vorrei uscire. Chi contro Allegri, chi contro Agnelli, chi contro Dybala, dimenticandosi molto in fretta che proprio così si fa il gioco degli avversari che altro non aspettavano che l’impero Juve tirasse le prime crepe. Non basterà una campagna di rafforzamento importante a riportare i colori bianconeri dove meritano di stare se non saranno poste le basi per una situazione migliore. Non si può prescindere da un tifo assordante capace di spingerti col cuore oltre l’ostacolo, non si può pensare che tra il giocare in casa e il giocare in trasferta non sussistano differenze. Dal silenzio della Sud, ai fischi dello Stadium al Presidente Agnelli e alla dirigenza, rei di aver distrutto un giocattolo quasi perfetto, per arrivare a frange di tifosi “spaccati” tra allegriani e antiallegriani o dybalisti e antidybalisti, ecco tutto questo alimenta in me quella malsana sensazione di disagio. Il pubblico è da sempre il dodicesimo uomo e negare questo sarebbe l’ennesimo errore di valutazione e supponenza che in un percorso di “rinascita”, tra aumenti di capitale e programmazione, non si può e non si deve assolutamente contemplare.

Come diceva lo scrittore e giornalista britannico Gilbert Keith Chesterton “Solo il dolore può essere una cura del delirio d’onnipotenza dell’uomo“. Prima che la fine di un grande ciclo possa trasformarsi in declino ognuno faccia un passo indietro. La Juve appartiene agli Agnelli da 100 anni che saranno festeggiati proprio nel 2023 e nessuno può pensare di essere oltre la Famiglia, ma al tempo stesso Andrea Agnelli, artefice del risorgimento Juve post calciopoli, non può dimenticare l’imprescindibilità del dodicesimo uomo. Esiste una strada di mezzo che è spesso stata ancora di salvezza nella soluzione dei problemi.

Per il bene della Juventus e di una passione comune al popolo bianconero percorriamola e forse quella malsana sensazione di disagio tornerà presto ad essere quella bella sensazione della vittoria.

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Pubblicato da Luca Gramellini

Laureato in Scienze Politiche all'Università degli Studi di Bologna da sempre affascinato dal giornalismo sportivo. Scrivere è sempre stata una passione. Essere apprezzati dipende da noi stessi, ma resta un privilegio. Non smettete mai di cullare i vostri sogni. Credeteci sempre e lottate per raggiungerli. Credete in voi stessi. I sogni si avverano.

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