Quella strana sensazione di supercazzola

Da quando lo scorso dicembre il Cda della Juventus ha rassegnato le dimissioni è iniziato un rincorrersi di notizie che ci tengono tuttora compagnia. Il club bianconero è stato condannato dalla Corte d’Appello Federale ad una sanzione di -15 punti in classifica perché nella revocatoria richiesta dal Procuratore Federale della F.I.G.C., Giuseppe Chinè, sarebbe emerso un sistema messo in piedi ad arte dalla società torinese articolato da una lunga serie di plusvalenze considerate “fittizie” o “artefatte” che avrebbero alterato il bilancio portando la società a violare l’articolo 4 del codice di Giustizia Sportiva. Va da sé che questa non sia la sede, né lo scrivente sia in grado di stabilire una situazione di colpevolezza o di innocenza della dirigenza juventina, ma che la plusvalenza non sia un reato, né sia regolamentata dall’ordinamento giuridico è un dato oggettivo inconfutabile. Abbiamo dovuto prendere atto delle motivazioni della sentenza che, stando a più di un esperto di diritto sportivo, presentano sicuri vizi di forma sui quali il pool di legali della Juventus sta probabilmente elaborando il ricorso da presentare entro mercoledì 1° marzo al Collegio di Garanzia dello Sport. Abbiamo preso atto di trovarci al cospetto di una giustizia sportiva il cui iter accelerato e iniquo l’ha resa meno giusta di quanto la parola stessa non dica. Abbiamo altresì preso atto delle affermazioni del PM Ciro Santoriello violanti il codice deontologico e di condotta professionale, sino a scoprire che larga parte dei giudici del Collegio di Garanzia dello Sport quel codice deontologico e di condotta professionale lo hanno calpestato senza ritegno offuscati da una questione di tifo. Oggi, dopo tutta la gogna mediatica alla quale è stata esposta la Juventus, apprendiamo dalle parole del Presidente della F.I.G.C., Gabriele Gravina, che “Relativamente alla questione plusvalenze – Juventus non esistono dati oggettivi nel caso di scambi di mercato“, dichiarazione che fa compagnia a quelle rilasciate nell’ultimo periodo dal Ministro dello Sport Andrea Abodi che, con il suo “politichese” corretto, ha più volte invitato alla calma e ad attendere che certi tecnicismi vengano spiegati anche all’opinione pubblica che ha il diritto di sapere. Pertanto ci si domanda legittimamente se questa gogna mediatica che ha minato pesantemente l’immagine di un club poteva essere evitata? C’è un’intercettazione che più volte è stata messa a pubblico ludibrio che riguarda quella famosa “supercazzolaalla Consob. Lì si trattava di un’intercettazione o, più correttamente, di uno stralcio di discorso decontestualizzato. Qui, alla luce di come si è sviluppata tutta la vicenda, che è sopra cronologicamente descritta, il dubbio che la supercazzola ce l’abbiano raccontata a noi comuni mortali è più che legittimo. Una supercazzola che non sappiamo come andrà a finire, ma che certamente è stata gestita “come se fosse antani” contribuendo a fare perdere credibilità al sistema giustizia che, è bene ricordarlo, non andrebbe mai considerato come fosse una partita di calcio. Già nel 2006 ci raccontarono di un sistema e della sua cupola con una grande difformità tra giustizia sportiva e giustizia ordinaria. Quel sistema che privò la Juventus di due scudetti vinti meritatamente sul campo nonostante le sentenze della giustizia ordinaria deliberarono che nessun campionato risultò alterato. Pertanto, oggi come allora, quella strana sensazione di una supercazzola rifilata alla Juventus, e al popolo bianconero, la si avverte forte e chiara. Da sempre nel mercato si realizzano plusvalenze e da sempre queste ultime non sono mai state regolamentate, né hanno costituito un reato. Fino alla revocatoria, salvo poi accorgersi pian piano, dal Ministro dello Sport, al Presidente della F.I.G.C. che non esistono dati oggettivi nello scambio di giocatori. E allora ecco spiegata quella strana sensazione che sia stata tutta una supercazzola.

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Pubblicato da Luca Gramellini

Laureato in Scienze Politiche all'Università degli Studi di Bologna da sempre affascinato dal giornalismo sportivo. Scrivere è sempre stata una passione. Essere apprezzati dipende da noi stessi, ma resta un privilegio. Non smettete mai di cullare i vostri sogni. Credeteci sempre e lottate per raggiungerli. Credete in voi stessi. I sogni si avverano.

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