Ciao Vito, prima di cominciare oggi è un giorno speciale, quindi consentimi di farti gli auguri di buon compleanno. Qual è il più bel regalo che vorresti ricevere?
“Wow! Iniziamo con una domanda bella impegnativa.. In realtà, lo so che la mia è una richiesta assurda, di quelle richieste che fai a “Qualcuno” che sta molto al di sopra del mondo in cui viviamo, perché mi piacerebbe semplicemente che tornasse la normalità. Vorrei poter tornare a fare concerti di nuovo e riassaporare quel gusto che è stato tolto ad uno dei lavori più belli del mondo che è quello che faccio io e che ho la fortuna di fare. Purtroppo da mesi tutto questo non ha più lo stesso sapore perché senza le persone ti sembra quasi inutile scrivere canzoni se non puoi cantarle davanti a qualcuno. E’ vero che grazie a Spotify o Apple Music chiunque può ascoltare musica da casa, però anche tornare a vivere certe emozioni è fondamentale per poter scrivere e trovare ispirazione per nuove canzoni“.
Il 2020 è stato un anno balordo a causa di questa pandemia che ha cambiato il modo vivere di ognuno di noi. Tu sei uno di coloro che hanno contratto il Covid19. Come hai vissuto quel periodo e cosa ti senti di consigliare, magari ai tuoi fans, che stanno vivendo loro stessi questo brutto momento?
“Guarda il consiglio che posso dare è di stare molto attenti perché io ho sempre fatto molta attenzione alle norme anticovid, mi sono sempre rapportato con persone che facevano tamponi ed anche loro molto tranquille e molto attente ad evitare assembramenti, eppure l’ho preso anch’io. Personalmente resto convinto di averlo contratto su qualche treno o albergo o comunque in quelle zone un po’ a rischio dove anche se stai attento puoi prenderlo lo stesso. Ti dico che mi è passato ormai da più di un mese, ma continuo ad avere degli strascichi che sono riscontrabili in pressione bassa, ossigenazione del sangue bassa, tutti problemi che non avevo mai avuto in vita mia o dolori muscolari che, palestra a parte, non avevo mai avuto quindi per quanto mi riguarda non è solo una normale influenza. E’ vero che la maggior parte delle persone della mia età lo contraggono in forma asintomatica, però vorrei consigliare a tutti di essere responsabili, ma vedo dai ragazzi molta più responsabilità che daglli adulti in generale, se devo essere onesto“.
Con la canzone “Autostop” hai conquistato l’ottavo disco di platino. Posso chiederti se ce n’è uno a cui sei maggiormente affezionato e perché?
“Allora.. in realtà mi sa che sono nove, ma lo so semplicemente perché mi gasava il fatto che fossero pari agli scudetti della Juve eh eh (segue una bella risata). C’è una canzone a cui sono molto più legato che non ha fatto disco d’oro, né disco di platino però è inserita nell’album “Truman” che ha fatto disco d’oro due/tre settimane fa. La canzone si chiama appunto “Truman”, la title track del mio disco perché racconta un po’ la mia storia. L’ho inserita senza pretese pensando di farla più per me che per gli altri perché mi dovevo togliere questo peso delle cose che ho raccontato nel pezzo e seppur non sia una canzone che è diventata una Hit, molti ragazzi che l’hanno scoperta hanno riscontrato delle analogie con la loro vita. Per me è stato molto importante riuscire a raccontare una pagina della mia vita e soprattutto vedere che tanti ragazzi hanno vissuto le stesse cose e attraverso questa canzone abbiano trovato una fonte di forza per superare determinati momenti. Questo è per me un onore immenso“.
“Storia di un grande amore” di Paolo Belli è l’inno ufficiale della Juventus. Tu non hai mai pensato di fare una canzone sui bianconeri che sono appunto la tua squadra del cuore?
“Ci ho pensato in realtà, ogni tanto in qualche freestyle, in qualche pezzo metto una rima su qualche calciatore della Juve o sulla Juve stessa, però l’inno della Juventus è una cosa sacra. Mi ricordo quando, credo fosse il 2003, cambiò l’inno passando da quello che ascoltavo sempre dai tempi del Delle Alpi a quello attuale che ci rimasi malissimo perché era un qualcosa che ormai sentivo dentro, era parte del mio mondo bianconero. Poi dopo averlo ascoltato tre/quattro volte mi entrò nel cuore anche questo e quindi l’inno è una responsabilità bella grossa. Da tifoso della Juve, o faccio veramente una super Hit, oppure non mi sentirei all’altezza. Poi l’inno è di Paolo che è anche mio compagno di squadra nella Nazionale cantanti ed è un nome storico della musica italiana. Insomma andrei a giocare in un terreno di gioco forse più difficile del Camp Nou quindi non lo so, ma se lo dovessi fare lo farò in punta di piedi con qualcosa di cui mi sentirei davvero sicuro al 100%“.
Dopo i 5 anni magnifici di Max Allegri la Juventus ha scelto il cambiamento. Prima Sarri che si è rivelato un fallimento ed ora Pirlo. Shade avrebbe concesso una seconda possibilità a Maurizio Sarri o avrebbe cambiato? Qual è il tuo punto di vista sulla scelta di affidarsi ad Andrea Pirlo?
“Devo essere sincero Sarri non lo avrei mai scelto, non perché non sia un buon allenatore, anzi, a Napoli e al Chelsea lo ha dimostato, semplicemente non lo vedevo un allenatore da Juventus. Un allenatore da Juve, non perché lo hai citato tu, è Max Allegri ovvero uno che fa dei giocatori di cui dispone un vero e proprio carro armato e in questo Allegri era maestro. Un allenatore che si inventa Emre Can difensore centrale aggiunto in quella meravigliosa rimonta all’Atletico Madrid, un allenatore capace di adattarsi alle situazioni e ai giocatori. Sarri è un allenatore che ha una sua idea e bene o male la porta avanti in maniera più rigida. Se ha un difensore solo continua a giocare con il suo gioco, se ha un solo centrocampista con i piedi buoni continua a giocare con la sua idea di gioco e di vedere Matuidi che fa il tiki taka è un po’ contro natura. Secondo me Sarri non ha avuto abbastanza flessibilità di adattarsi al mondo Juve perché non è allenatore da Juve. Sono altrettanto sincero però nel dire che una volta che era stato preso forse avrei continuato. Evidentemente se è stato sollevato dall’incarico è perché non c’erano altre possibilità. Per quanto riguarda Pirlo, a mio avviso, il Presidente non è uno che fa scelte azzardate, avrà ponderato bene. Ho sentito parlare molto bene della tesi che Pirlo ha presentato a Coverciano, una tesi illuminante con idee molto interessanti. Bisogna dargli il tempo di lavorare. Abbiamo visto la Juve più brutta degli ultimi anni per i primi 70′ nel Derby col Torino, ma io ho visto anche la Juve più bella degli ultimi anni nella partita col Barcellona a pochissimi giorni di distanza. Parere personale di Shade, che non conta niente, la formazione titolare vista col Barca dovrebbe essere la formazione di base titolare“.
La Juventus ha vinto il girone contro ogni pronostico e adesso è attesa da un sorteggio sulla carta più abbordabile. Te lo saresti mai aspettato di scavalcare il Barcellona? Chi vorresti evitare dall’urna di Nyon?
“Guarda sono sincero: no non me lo aspettavo assolutamente. Per farti capire quanto sono “gobbo inside” qualche notte fa ho avuto un incubo e ho sognato che perdavamo 3-1 con il Liverpool in casa nostra e quindi ho pensato che avremmo potuto prendere gli inglesi. Sul chi pescare, in Champions League, ogni squadra è temibile, non ci sono squadre migliori da pescare, eventualmente meno peggio perché l’esperienza Lione insegna. Una squadra che eviterei volentieri è l’Atletico Madrid perché sappiamo quanto sa essere rognosa anche se noi abbiamo quel numero 7 che quando vede l’Altetico Madrid è un po’ come quando il toro vede rosso“.
La Juventus sta faticando a trovare gioco e continuità in campionato. Tu cosa ti aspetti da questa stagione?
“Sono uno di quelli che pensa che non dovessimo vincere per un anno non sarebbe un dramma. Sarebbe invece un dramma non provarci con tutto noi stessi perché noi siamo la Juve e dobbiamo sempre puntare a vincere. Dobbiamo però anche comprendere che è un anno in cui sono cambiate tante cose, tanti giocatori, c’è un allenatore nuovo, con idee nuove che non solo non ha esperienza, ma per di più è anche flagellato dalle pause per le nazionali, giocatori che si ammalano di Covid, insomma non è una situazione facile quella di quest’anno. Il Milan, infatti, che è una di quelle squadre che ha potuto avere continuità dalla fine del primo lock down ad oggi, sta facendo bene senza giocare un calcio chissà quanto complicato, con i ruoli bene definiti ed ordinati perché ha proseguito nel segno della continuità, la Juve invece questo non se l’è potuto permettere dovendo spesso far fronte a continui cambi di formazione. Quello che mi aspetto è comunque che la Juventus lotti fino all’ultima giornata di campionato. Molti rivangano il 2015, l’anno in cui la Juve iniziò così, così, per poi compiere una rimonta clamorosa culminata con quel gol di Zaza contro il Napoli che ricordo molto bene e quindi speriamo si ripeta la storia di 5 anni fa“.
Pirlo sta attuando una disposizione tattica che prevede due centrocampisti centrali. Ti convince questa scelta o tu vedresti meglio una Juventus disposta col centrocampo a tre?
“A me non dispiacciono i due centrali. Pensa che anche a FIFA gioco con il 4-4-2 ed uno dei miei due centrali di centrocampo è un giocatore che noi conosciamo molto bene e si chiama Paul Pogba che è fortissimo e che vedrei bene nel nostro centrocampo (sorride). Tra l’altro secondo il mio punto di vista, per quello che ho visto nel match col Barcellona, la squadra si presta anche a queso tipo di centrocampo con Arthur che gioca, perdonami se uso questo paragone, un po’ alla Pirlo smistando parecchi palloni, ordinato e accanto a lui un McKennie che gioca alla Vidal, spezzando il gioco avversario, ma al tempo stesso capace di inserimenti incredibili come abbiamo visto nel Derby e col Barca. E questo lo fa da sempre e sin da quando l’ho visto giocare ho pensato fosse pazzo per la sua capacità di fiondarsi sparato in area di rigore e di creare la superiorità numerica. Non dimentichiamoci che è arrivato per una cifra bassissima e sono proprio gli acquisti che mi piacciono quelli alla Weston McKennie“.
Dall’ultimo mercato è arrivato, come un gradito ritorno, Alvaro Morata che sta facendo cose incredibili. Tu eri uno di quelli che erano felici o un po’ scettici sulla scelta della dirigenza bianconera?
“Mah ero scettico perché negli ultimi anni purtroppo Alvaro ha vissuto un periodo nero, ma secondo me non tanto sul campo quanto nella sua testa, probabilmente colpa anche degli ambienti che ha cambiato. Magari si aspettava qualcosa di diverso da Madrid che lui ha sempre considerato la sua casa anche quando era alla Juve nel corso della sua prima esperienza italiana. Poi le esperienze prima al Chelsea, poi sull’altra sponda di Madrid gli hanno fatto vivere una parabola discendente. In virtù di tutto questo non mi aspettavo un impatto così importante ed ero un po’ perplesso, ma sono felice mi abbia smentito praticamente subito. Ricordo che cominciò un po’ in sordina contro la Roma, ma era anche invevitabile essendo arrivato da appena due giorni, per poi esplodere sino a segnare a raffica e giocare partite di grande livello e sinceramente preferisco così piuttosto che un inizio pimpante come fecero Felipe Melo e Diego proprio contro la Roma per poi spegnersi una partita dopo e finire come tutti ricordiamo. Tra l’altro Alvaro è un bianconero dentro“.
E’ notizia di questi giorni che Raiola abbia aperto alla possibilità che Pogba lasci Manchester già a gennaio. Tu come vedresti un suo eventuale ritorno a Torino?
“Guarda per Pogba la canzone la scriverei. E’ un giocatore fortissimo che a mio avviso sta vivendo una situazione simile a quella che ha vissuto Morata, in un ambiente che probabilmente non lo stimola più, spesso e volentieri gioca o ha giocato fuori ruolo, ebbe difficoltà già quando arrivò con Mourinho e non ha mai avuto una squadra all’altezza del blasone dei Red Devils nonostante la conquista di una Europa League. Ma per gli investimenti fatti e per le ambizioni del club, il Manchester non è mai stato competitivo per il titolo ed anche nella presente Champions League non ha superato il girone di qualificazione finendo terzo alle spalle di Paris Saint-Germain e Lipsia. Secondo me Torino potrebbe essere un bell’ambiente in cui ritrovare il miglior Pogba, se ci tiene alla sua carriera a mio avviso viene a Torino, se tiene ai soldi punterà altre mete come porebbe essere Parigi, ma sarebbe uno spreco. L’ambiente che c’è a Torino, la città sabauda, gli farebbero bene e farebbe bene anche a noi“.
Sempre in questi giorni sono riemerse le polemiche per la vicenda Suarez. Tu non credi che contro la Juventus ci sia un accanimento mediatico perfino gratuito considerando che allo stato attuale non sono emerse responsabilità dirette della società?
“Assolutamente sì. Diciamo che se una cosa succede con la Juve di mezzo lo scandalo è triplo perché volenti o nolenti diamo fastidio. La Juve è tra le più “odiate” da chi non tifa Juve, ma è normale. Fu così anche per l’Inter del triplete, chi vince sempre non sta mai simpatico. Diciamo che quello che mi lascia un po’ di rammarico è che nella vicenda Suarez non c’è davvero niente, ma come per molti aspetti che hanno riguardato anche calciopoli in cui non c’era chissà cosa. E’ evidente che ci sia proprio un “odio” come se le persone più che tifare la propria squadra godano a tifare contro la Juve. La questione Suarez è gravissima, ma quello che penso è che abbiano cercato e indagato per trovare prove che non sono state trovate e che quindi a quel punto abbiano dato in pasto la notizia all’opinione pubblica. Sarebbe poi stata la gente a trovare il suo colpevole e quale migliore se non la Juve? Poi sia chiaro che se qualcuno nella Juventus ha sbagliato, nella fattispecie Paratici, è giusto che paghi, però c’è un caso precedente al nostro che fa da giurisprudenza, per cui se la squadra che si era comporatata in quel modo, che addirittura è riuscita a giocare tutte le partite di campionato con questo giocatore con passaporto falso ed è stata semplicemente multata, allora che multino anche la Juventus e finiamola lì“.
Si fa un gran dire della violenza nel calcio e poi trovi tanti addetti ai lavori che prima di esser tali si travestono da tifosi ed alimentano un forte astio nei confronti della Juventus. Tu che sei un personaggio pubblico di rilievo cosa provi nel leggere spesso diffamazioni verso la tua squadra del cuore? Perché secondo te la Juventus non interviene per porre un limite a tutto questo?
“Credo che sia nel sangue degli Agnelli una certa diplomazia ed eleganza davanti a certi episodi di gente che sbraita e inveisce e penso che la Juventus non intervenga per questo motivo. Spero non portino mai il Presidente o la Società in generale a “sbroccare” costringendoli a muoversi legamente perché sarebbe un problema per questi soggetti e sarebbe un problema veramente grave. Mi dispiace vedere cariche importanti come Direttori di televisioni pubbliche, Vice Direttori che veramente sono prima tifosi e poi direttori, giornalisti eccetera ed è davvero brutto perché manca la sportività. A volte credo di essere più sportivo io verso le altre squadre che pur essendo tifoso dichiarato della Juventus mi riesce di fare i complimenti alle rivali se giocano bene, riconosco che mi sarebbe piaciuto vedere Lukaku con la maglia bianconera, riconosco che il Napoli gioca uno dei calci migliori oggi in Italia. Mi dispiace vedere che loro non riescano a fare lo stesso con la Juve perché sarebbe in teoria il loro lavoro. Spero che le generazioni future crescano meglio anche se vedo un certo parallelismo per quello che riguarda la xenofobia per colpa delle tante persone che ci governano che la diffondono con certe dichiarazione e l’antisportività grazie alle cose che vengono pubblicate e scritte da certi giornalisti. Speriamo che le generazioni future crescano col principio della sportività“.
In virtù delle regole restrittive attuate dal Governo per il periodo natalizio, come trascorrerà Shade il suo Natale?
“Lo trascorrerà tristemente a casa seppur con i miei genitori perché le regole sono regole e vanno rispettate. Sono molto dispiaciuto perché chiaramente il Natale è il momento in cui posso riabbracciare tutti i parenti che vuoi o non vuoi, per colpa del Tour e del lavoro, non vedo durante l’anno e quindi è sempre un momento felice. Non tanto per la festa in sé, ma proprio perché lo collego al momento in cui riesco a ritrovarmi con tutte le persone a cui voglio bene e quindi quest’anno mi mancherà, ma in fondo con tutte le cose che mi sono mancate quest’anno, il Natale è la meno“.
Siamo arrivati alla fine e quindi vorrei chiederti cosa ti aspetti dal 2021 e che programmi hai per il tuo imminente futuro?
“Mi aspetto che questa situazione si sblocchi in un modo o nell’altro, sia che finisca tutta questa pandemia o che si attenui, sia che comunque il nostro Governo trovi una soluzione alla situazione dei concerti perché è vero che c’è una pandemia, ma è stato dimostrato che si possono fare i Live anche in questo momento storico. Bisogna semplicemente regolamentarli e trattarli da quello che sono, ossia un vero lavoro, una vera professione. Con Fedez e altri artisti abbiamo creato Cina unita che è un movimento a sostegno dei lavoratori dello spettacolo e grazie a Intesa San Paolo che è uno dei nostri main partner siamo riusciti a mettere su un evento, pertanto è fattibile volendo. Lavorare e dare lavoro a tutte le persone che sono del nostro settore e mi auguro che questa situazione vada sempre migliorando nel 2021. Venendo al sottoscritto spero appunto di poter fare uscire nuove canzoni e di cantarle soprattutto dal vivo. Sarebbe bello, ne ho diverse, devo solo scegliere“.
Vito, nel farti il mio più grosso in bocca al lupo perché tu possa tornare presto sul palco a cantare dal vivo, voglio ringraziarti e ti rinnovo i migliori auguri per il tuo compleanno.
“Crepi il lupo e grazie infinite. Sono 33 come gli anni di Cristo e come il numero di maglia di Bernardeschi!“
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