Massimiliano Allegri non sarà più l’allenatore della Juventus. È paradossale ma uno degli allenatori più vincenti della storia bianconera lascia, in accordo evidentemente con la dirigenza, in un clima, favorito oggi dai social, a dir poco surreale. Raramente ci era capitato di assistere a così poco apprezzamento per un allenatore che, dopo i dubbi iniziali, ha dimostrato con successi e traguardi raggiunti di meritare la panchina più titolata d’Italia ed una delle più importanti al mondo. Ma è evidente che da oggi ci saranno tifosi tristi ed altri certamente più “Allegri“.
Il calcio è cambiato
Il calcio è cambiato e se è sempre più difficile trovare delle bandiere, quelle che ci sono non si ammainano mai non dimentichiamolo, ancora di più pare sia trovare riconoscenza verso un allenatore che, dati alla mano, qualcosa di importante ha fatto. 5 Scudetti, 4 Coppe Italia, 2 Supercoppe Italiane, fanno un totale di 11 trofei in 5 anni, conditi da 2 finali di Champions League, che hanno restituito una dimensione più europea ad una Juventus tornata stabilmente tra le migliori 8 d’Europa, sono un curriculum difficilmente eguagliabile. Eppure, tra noi “millemila” allenatori da poltrona, c’è chi avrebbe vinto anche 5 Champions, offerto un calcio più spettacolare di quello ammirato dai vari Guardiola, Klopp, Pochettino, Sarri e compagnia circense.
Il tempo sarà galantuomo
Come spesso accade anche nelle Grandi Famiglie ciò che è una regola non scritta sarà dogma anche per mister Allegri. L’importanza del suo ciclo ed il valore dei suoi successi verranno pienamente compresi ed apprezzati con il passare del tempo. E allora ci ritroveremo un domani a commentare questo quinquennio e queste vittorie con un pizzico di consapevolezza in più e magari rendendo il giusto onore al lavoro svolto da Massimiliano Allegri.
Cardiff e non solo..
Dici Cardiff e per Allegri segna lo spartiacque della sua avventura in bianconero. Quello è stato probabilmente il punto più alto delle sue 5 stagioni ma al tempo stesso rappresenta l’inizio della fine. Da lì in poi alcune certezze, feeling e situazioni ne sono uscite minate. L’ultima stagione, con l’eliminazione ai Quarti di finale di Champions che è suonata come una condanna, sovrastati nel gioco dai ragazzini terribili dell’Ajax e una serie interminabile di infortuni che hanno falcidiato la rosa, hanno maturato nella dirigenza la scelta di cambiare.
Il momento giusto
Così, pur riconoscendone i grandissimi meriti, era il momento giusto di cambiare. Giusto perché il clima si era fatto un po’ troppo ostile, perché porre rimedio a rapporti non più di assoluta sintonia può essere rischioso, ma soprattutto perché fare meglio di quanto fatto c’era solo una via: vincere la Champions. Una cosa è però sicura: Agnelli non ha maturato la scelta nel corso di questi ultimi due giorni, la Juventus detiene da tempo un accordo col sostituto che ancora non può essere annunciato. Ora si riparte, non da zero, perché è difficile pensare che alla Juve abbiano fatto i conti senza l’oste, ma si riparte con un’aria nuova, una nuova sfida e nuove motivazioni. Con il tempo tutti apprezzeremo meglio le imprese fatte da Massimiliano Allegri. Sì perché il tempo è galantuomo e forse ci sarà un giorno in cui davvero saremo più tristi e vorremmo tornare “Allegri”.
Che dire…Grazie Max….con la speranza che questa decisione porti ad un nuovo ciclo vincente.La decisione seppur dolorosa per certi versi,andava presa,ormai si era rotto l’equilibrio nello spogliatoio.Quello che mi preoccupa è chi potrà prendere il posto di Allegri,sinceramente di disponibile sulla piazza all’altezza non ne vedo!Rabbrividisco alle voci del possibile arrivo di Sarri!
Cerca di non rabbrividire troppo. Io mi sono sbilanciato giorni fa su Deschamps ma non fosse lui non escluderei un clamoroso Sarri.