Anche lunedì 10, quello secondo cui per alcuni avrebbe dovuto essere il Sarri Day, grazie al via libera dal Chelsea, si è chiuso con un nulla di fatto. Se fosse un film, e se fossimo sotto Natale, quello che sta andando in scena potrebbe essere tranquillamente un remake di “Una poltrona per due” con la differenza che la regia invece di essere quella di un John Landis d’annata è quella della triade bianconera Agnelli–Paratici–Nedved.
Dal giorno della conferenza stampa con la quale Allegri comunicava il suo addio alla panchina della Juventus è ormai trascorso un mese e in questo periodo abbiamo vissuto, tutti insieme appassionatamente, il susseguirsi delle vicende che si sono sviluppate attorno ai nomi di Pep Guardiola e Maurizio Sarri.
Il vero obiettivo
E’ ormai noto e l’ho riportato più volte (in buona compagnia per altro) che Guardiola sia e sia stato da sempre il vero obiettivo di Agnelli. Mi trovavo all’estero quando ricevetti un messaggio con il quale fui informato dell’avvenuto accordo tra le parti. Ho sempre raccontato che un pre-accordo è un punto di partenza che non sempre si tramuta in contratto definitivo ma la fonte fu decisamente convincente nel rassicurarmi sul buon esito della trattativa. Ad oggi chi mi informò di questo scenario non mi ha mai smentito circa l’impossibilità di arrivare all’obiettivo. Passano i giorni e il mancato annuncio da parte dei bianconeri del nuovo allenatore pare deciso nella direzione di arrivare a Pep Guardiola.
E’ cosa nota che nel contratto in essere tra il catalano ed il Manchester City ci sia una clausola bilaterale che consentirebbe alle parti di recedere dal contratto in caso di non partecipazione alle coppe europee. Il ricorso al CAS presentato la settimana scorsa e la seguente intervista (realizzata il 19 maggio) pubblicata sul sito del club il giorno seguente mi sono parsi chiari segnali di una situazione in essere piuttosto agitata. In sostanza il City vuole far ricadere su Guardiola, in caso di divorzio, la responsabilità della scelta. Agnelli si mosse in prima persona lo scorso anno per andare a chiudere l’operazione Cristiano Ronaldo. Serve un’operazione di questo genere perché solo così si avrebbe una crescita del brand Juventus.
Seconda scelta
Quando il controllo qualità sul prodotto certifica la presenza di difetti, la merce finisce in vendita all’Outlet alla voce “seconda scelta“. Ora, senza voler essere irrispettoso nei confronti della scelta Maurizio Sarri, è evidente che lo stesso non possa pensare di essere il primo obiettivo della Vecchia Signora. E’ però vero, e di questo me ne scuso, che l’attuale tecnico del Chelsea non era un depistaggio come in origine vi avevo riferito. I sondaggi con l’entourage per capire la disponibilità e la fattibilità dell’operazione sono reali. Paratici, nell’unica occasione in cui la Juventus per bocca di un suo uomo di fiducia ha parlato ai microfoni dei cronisti, ci riferì di non avere fretta, motivo questo per il quale la chiusura sulla seconda scelta, o piano B, non è ancora stata perfezionata.
Passano i giorni
Ci sono due orientamenti relativamente al passare dei giorni. Il primo, quello più battuto, e quello a cui tutta la tifoseria juventina si aggrappa è che più passano i giorni e più ci si avvicina a quella sentenza UEFA che potrebbe sancire, volenti o nolenti, il divorzio Guardiola – City. Il secondo è che più passano i giorni e più la Juventus potrebbe essere nella condizione di non poter più aspettare. La sensazione è che al massimo entro venerdì la querelle più appassionante degli ultimi anni di calciomercato avrà il suo epilogo. Epilogo che non porterà il nome di Sarri se entro venerdì questi non sarà annunciato.
Codice deontologico
Arrivo in fondo non senza una considerazione su questa appassionante vicenda. L’ho detto più volte, il titolo di un pezzo, che sia del sottoscritto o di qualsiasi testata giornalistica sportiva, in sede di calciomercato, è spesso una forzatura del concetto poi espresso all’interno. Questo non significa che alle spalle di tutto non ci sia una ricerca, fonti sicure o verifiche sulle informazioni espresse. Purtroppo non sempre le cose vanno come vorremmo o come eravamo certi sarebbero andate. Ma il codice deontologico, che è l’insieme delle regole morali che disciplinano l’esercizio di una determinata professione, impone un comportamento etico ineccepibile.
C’era una volta il giornalismo vero
Bene, questa faccenda Guardiola, mi e ci ha dato modo di conoscere più a fondo chi merita rispetto e considerazione nel mondo giornalistico moderno. Si sono verificati episodi per i quali ho già espresso il mio disappunto ma per i quali ho voluto spendere due righe per sottolineare che di infallibile non c’è nessuno e chi ieri annunciava Vidal e Modric all’Inter, dovrebbe guardarsi bene dal giudicare chi, attraverso i propri canali informativi, si è speso nella direzione di una trattativa Juve – Guardiola a cui i mercati finanziari evidentemente riconoscono veridicità. C’era una volta il giornalismo vero, quello nel quale il linguaggio era sempre forbito e mai irrispettoso, quello nel quale i valori etici e morali erano tutto ed imprescindibili.
Siamo all’ultima curva
Siamo ormai in prossimità dell’ultima curva ed anche se ancora oggi non mi aspetto alcun annuncio non è escluso che ulteriori tasselli di questo gigantesco puzzle possano finire al loro posto. Manca poco e questa “poltrona per due” sarà finalmente la panchina di uno ed uno soltanto. Noi speriamo ovviamente che i mercati finanziari ci abbiano visto più lungo di quello che larga parte della stampa ha fatto finta o ha volutamente evitato di prendere in considerazione. Agnelli ha un sogno e si chiama Pep Guardiola. I tifosi ne hanno uno molto simile: veder decollare l’aereo privato del Presidente per poi tornare avendo realizzato il proprio sogno.
Chapeau per l’educazione e la linearità dei suoi articoli. Mai oltraggiosi e mai supponenti. In questi giorni ho letto diversi giornalisti che si sono rivolti in maniera sgarbata a chi aveva un’idea ed un pensiero differente dal loro. Giornalisti che invece di informare passano il loro tempo su Twitter a prendere per i fondelli loro colleghi dal pensiero differente o utenti che sperano in una realtà diversa da quella che loro raccontano.
In effetti grazie alla vicenda Guardiola abbiamo scoperto chi merita seguito e rispetto e chi no. A lei Gianni vanno i miei ringraziamenti. A presto