Cara Pallacanestro Forlì 2.015,
quelle che vado scrivendo sono le parole di un “fidanzato” deluso che, come ognuno dei tuoi tifosi, dopo la prestazione offerta in Gara 5 a Rieti, si sente profondamente tradito. Sono certo che nelle intenzioni societarie non ci fosse quella di “perculare” un’intera città, ma tant’è. Sì, perché oltre alle 300 grandissime anime che in barba ad impegni di lavoro e quant’altro hanno speso tempo, soldi e permessi, in ragione della loro infinita passione per la palla a spicchi a forti tinte biancorosse, c’era un’altra fetta di città divisa tra pub e Unieuro Arena ad assistere speranzosa a quello che si è rivelato uno spettacolo indecoroso in Gara 5. C’era poi chi, come il sottoscritto, per motivi di lavoro era fuori regione e ha deciso di acquistare, su LNP TV PASS, la partita. Ora, è evidente che la passione e l’amore per i propri colori vanno ben oltre i 10, i 15 o i 20 euro “investiti” per vedere “questa roba qua” (nel senso più dispregiativo del termine) ma è altresì vero che il rispetto deve sempre essere alla base di tutto.
Con la U maiuscola
Sono certo che in società ci siano Uomini, con la U maiuscola, che sono loro stessi i primi delusi ed offesi per quanto accaduto nell’epilogo di questi primi Playoff della storia della Pallacanestro Forlì 2.015 e, col cuore in mano, Ti chiedo per il prossimo futuro uno “scouting” sulle qualità umane dei giocatori che dovranno vestire la canotta di Forlì.
Chi vince e chi perde
Nello sport esistono due cose certe: c’è sempre un vincitore e c’è sempre uno sconfitto. Ma anche nelle sconfitte ci sono Uomini che perdono con dignità, dopo aver dato tutto prima di arrendersi all’onore delle armi. Poi ci sono quelli che giocano senza lottare, senza onore, senza dignità e purtroppo quest’anno a Forlì il problema si è ripetuto spesso. La piazza ha dato ampie dimostrazioni di attaccamento e merita riflessioni in tal senso perché noi forlivesi avremo mille difetti, saremo “occasionali” o “fighetti” come ad alcuni piace dire, però “sbaviamo” e ci innamoriamo di quei giocatori che si sbucciano le ginocchia, che lottano su ogni “maledetto” pallone o che si fanno il “mazzo” (avrei voluto scrivere altro!) per prendere ogni rimbalzo.
Star? No grazie.
Erano i nostri primi Playoff, avremmo voluto vederli giocare con uno spirito diverso. Non è andata così ma la lezione ci serva per il futuro. Qui le “star” non sono gradite, i mercenari vadano a “svernare” altrove, Forlì si è ricostruita dalle macerie ha sofferto e ha la scorza dura, può accettare qualsiasi sconfitta. Qualsiasi, ma non quelle come ieri.
Persa la faccia
La stagione si è chiusa nel peggiore dei modi e per come si è “trascinata” dal girone di ritorno in poi in molti non vedevano l’ora di staccare la spina. Il problema è che tra quei molti hanno dato ampia dimostrazione di figurare anche alcuni giocatori. E questi, per quanto potrà importargliene, sappiano che Forlì ha perso questa battaglia, loro anche la faccia.
Fino alla Fine….I Biancorossi !!!