Al Bentegodi si ferma nuovamente la squadra di Sarri la cui fragilità difensiva è ormai cronica e preoccupante
Che sarebbe stata una partita difficilissima lo si sapeva, che la Juventus a febbraio inoltrato non avrebbe avuto uno straccio di identità non era preventivato. Eppure, nonostante il primo posto in classifica e tutto quanto di buono guadagnato nella prima fase della Champions League, inutile raccontarci barzellette, questa Juventus non convince.
Maurizio Sarri, voluto da Paratici e Nedved, non dal Presidente Andrea Agnelli, giusto sottolinearlo, non è ancora riuscito a dare una propria impronta alla squadra e soprattutto non è riuscito a dare solidità ad un gruppo abituato da 8 anni a questa parte a fare della difesa ferrea la propria arma migliore.
Fragilità difensiva
Dispiace dirlo, ma l’unica impronta che ha preso la Juventus “sarriana” è la preoccupante fragilità difensiva e la regolarità con la quale subisce gol da agosto ad oggi.
Il campionato è ancora lungo ma da adesso i bianconeri non avranno più tempo per lavorare in settimana. Da adesso arriveranno 45 giorni di fuoco in cui gli uomini di Sarri giocheranno 3 volte a settimana.
Non può essere un alibi, soprattutto se si pensa che il Verona di Juric ha giocato negli ultimi 7 giorni contro Milan, Lazio e Juventus, raccogliendo due pareggi e una vittoria.
Malissimo Pjanic, male Bentancur e male anche Alex Sandro. Troppo uomini cardine tremendamente al di sotto di una condizione accettabile per pensare di imporre il gioco contro qualsiasi avversario.
Infinito Cristiano
Non basta l’incredibile grandezza di Cristiano Ronaldo, unico veramente di un altro pianeta all’interno della galassia bianconera, autore del gol numero 20 in campionato, a segno per la 10^ giornata consecutiva col gol numero 51 in 71 presenze in maglia Juventus, per superare lo scoglio Verona che merita tutti gli applausi del mondo calcio.
La staffetta non paga più
Tra i problemi e gli equivoci di questa parte di stagione c’è sicuramente la gestione del duo Higuain e Dybala. Con questa gestione, dati alla mano, ma soprattutto prestazioni alla mano, il rischio è quello di sminuirli entrambi. Dybala non riesce più ad essere determinante così come il Pipita non lesina di evidenziare il proprio malumore per le continue sostituzioni. La staffetta non sta pagando più.
Siamo a febbraio e la ripresa della Champions si avvicina. Urge una svolta perché, al di là della scelta fatta di cambiare mentalità e quant’altro, la Juventus è la Juventus e vincere non è importante è semplicemente l’unica cosa che conta.