Dateci motivazioni forti e Forlì non deluderà

Chiusa la Regular Season con un sesto posto che molto probabilmente ad inizio stagione in parecchi avremmo firmato, domenica la Pallacanestro Forlì 2.015 si appresta a giocare il suo primo match di un Playoff che, nella sua fase finale, spalancherà le porte alla promozione in Serie A1. Letta così parrebbe pura follia il clima di diffidenza con il quale l’Unieuro si appresta a giocarsi le proprie carte al primo turno contro Rieti ma va detto che nonostante una campagna acquisti estiva di assoluto livello (allora in pochi non la ritenevano tale), ad una prima parte di stagione da 8,5 ne è seguito un girone di ritorno da 4, accompagnato da una comunicazione che è spesso risultata non all’altezza quantomeno della piazza e delle ambizioni che ogni tifoso culla dentro di sé.


Siamo dove dovevamo essere

Mi riallaccio al Girardi pensiero e non posso che trovarmi in linea con esso. “Siamo dove dovevamo essere” è un’espressione che si pone totalmente in antitesi con il concetto di sport e che esprime la più totale assenza di ambizioni alle orecchie di una piazza che invece, pur conscia dei propri limiti, vorrebbe credere in qualcosa, una tifoseria che ha ampiamente dimostrato di dare il meglio di sé quando c’è da inseguire un obiettivo. Lo sport impone la competizione, quest’ultima necessita di stimoli per poter dare la miglior espressione del concetto e la guida tecnica di un team deve essere la prima ad alimentare questi stimoli, infondendo nei propri ragazzi il culto della vittoria, consentendo loro di scendere sul parquet con la bava alla bocca e i cosiddetti “occhi della tigre”. A tal proposito mi viene in mente l’ultima Nazionale di calcio allenata da Antonio Conte, che nonostante una rosa di giocatori non eccelsa, riuscì nell’impresa di portare ai calci di rigore, in un epico Quarto di Finale degli Europei 2016, la Germania allora Campione del Mondo.

Comunicazione e motivazioni

L’errore più grande commesso, nella stagione che vedrà la P. F. 2.015 partecipare al suo primo Playoff della storia, è stato quello di “peccare” in comunicazione verso il pubblico e di “peccare” in fatto di trasmissione di motivazioni a un gruppo che, se ben allenato in tal senso, probabilmente avrebbe potuto riservare sorprese maggiori. Certamente avrebbe potuto offrire quel pathos emotivo che è generalmente sempre mancato. Questa squadra, discretamente forte sulla carta, non ha saputo, almeno nella stagione regolare, trasmettere quelle emozioni, quell’empatia che sono elementi fondamentali per conseguire, pubblico e squadra, i più alti obiettivi. Come recitava lo slogan della campagna abbonamenti 2018/19 Forlì vuole sognare e per farlo devi alimentare questi sogni.

Ma domani iniziano i Playoffs e Nicola e i suoi ragazzi hanno l’occasione per dimostrare che Forlì merita uomini che onorano la maglia sputando fino all’ultima goccia di sudore. Gente che si getta a terra nel tentativo di recuperare un pallone e che anche nella sconfitta non abbia nulla da rimproverarsi.

Come recitava lo slogan della campagna abbonamenti 2018/19, Forlì ha bisogno di sognare – Foto sito ufficiale P. F. 2.015

Prelazioni per Gara 3

Nel primo giorno di prelazione sono già oltre 500 gli abbonati che hanno rinnovato il loro posto per Gara 3 di venerdì 03/05. A tutti coloro che hanno esercitato il diritto di prelazione la società regalerà la t-shirt celebrativa del primo Playoff della storia di Pallacanestro Forlì 2.015. Per i non abbonati che volessero acquistarla è invece in vendita a 10 euro.

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Pubblicato da Luca Gramellini

Laureato in Scienze Politiche all'Università degli Studi di Bologna da sempre affascinato dal giornalismo sportivo. Scrivere è sempre stata una passione. Essere apprezzati dipende da noi stessi, ma resta un privilegio. Non smettete mai di cullare i vostri sogni. Credeteci sempre e lottate per raggiungerli. Credete in voi stessi. I sogni si avverano.

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