Campanilismo e tradimento

Il campanilismo nello sport è, da sempre, un attaccamento quasi morboso diffuso nelle tifoserie. Questo legame ha spesso, specie in epoche in cui il denaro non aveva l’incidenza odierna, coinvolto gli interpreti in campo o su un parquet facendone diventare delle bandiere e idoli indiscussi dei tifosi.

Abuso del termine

Oggi la sensazione è che nel mondo dello sport si faccia un uso eccessivo del termine “traditore” perché, non va dimenticato che quello che per noi è e resta una questione di tifo e passione sportiva, per i protagonisti della scena è un qualcosa di più: è il loro lavoro. E chi fa del calcio, della pallacanestro piuttosto che della pallavolo eccetera, eccetera il proprio lavoro a livello agonistico e professionistico è a tutti gli effetti un professionista.

Ed ogni professionista che si rispetti, pur avendo egli stesso dei valori morali, non può essere giudicato, o non dovrebbe esserlo, perché valuta opportunità migliorative per la propria carriera.

Tifosi e protagonisti

Un conto è che certe affermazioni provengano dal tifoso, ferito nell’orgoglio e nel proprio campanilismo, ben differente e più grave se le accuse di essere un traditore vengono mosse dal giocatore di turno.

Il Conte “traditore”

Sono i giorni che hanno visto l’approdo sulla panchina nerazzurra di Antonio Conte ed era prevedibile la reazione del tifoso juventino ferito dalla scelta di uno dei simboli della storia bianconera moderna. Però non ho sentito un solo giocatore, a libro paga della Juventus Football Club, muovere accuse al tecnico leccese nonché ex capitano bianconero. Fa parte del gioco, sono professionisti e scelgono in base alle opportunità. Sarà più avvincente il cosiddetto Derby d’Italia ma soprattutto sarà più bello battere i nerazzurri. E personalmente, pur riconoscendogli grandi meriti per la rinascita bianconera, nel momento stesso e con il modo in cui scelse di abbandonare la barca e l’equipaggio a bordo, Antonio Conte è entrato inequivocabilmente a far parte del passato.

Il Sarri “traditore”

Sono anche i giorni in cui gran parte della stampa italiana vede ed auspica Maurizio Sarri sulla panchina della Juventus. E qui, al di là delle forti preoccupazioni provenienti dai sostenitori del “Sarrismo“, si sprecano parole di disappunto direttamente dai protagonisti della scena calcistica. Da Insigne, per arrivare a Zielinski, è un plebiscito contro la possibilità che l’attuale Mister del Chelsea scelga di allenare la rivale storica di questi ultimi anni.

Traditori, fino a un certo stipendio

Cari Insigne, Zielinski e compagnia “cantante” lasciate stare la parola “traditore”, non gettiamo altro pepe sulla coda di uno sport già abbastanza “malato” di un odio fomentato da chi non accetta che ci sia un avversario più forte e bravo. Il tradimento, quello vero, è se voi decideste di assecondare le avances di un altra donna o viceversa se la vostra compagna quelle di un altro uomo.

Siamo certi che qualora la società Juventus vi facesse avances a nove zeri, con la prima cifra che fosse un numero primo compreso tra 6 e 9, cambiareste facilmente il vostro modo di pensare. Non sarebbe più un tradimento ma una scelta professionale.

Con buona pace del campanilismo e delle bandiere.

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Pubblicato da Luca Gramellini

Laureato in Scienze Politiche all'Università degli Studi di Bologna da sempre affascinato dal giornalismo sportivo. Scrivere è sempre stata una passione. Essere apprezzati dipende da noi stessi, ma resta un privilegio. Non smettete mai di cullare i vostri sogni. Credeteci sempre e lottate per raggiungerli. Credete in voi stessi. I sogni si avverano.

2 Risposte a “Campanilismo e tradimento”

  1. Ottimo articolo…i soldi mandano l’acqua in su e siamo gia abbastanza istruiti verso L’Odio di qualunqua parte esso sia…buon lavoro!

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