Hellas Verona-Juventus, le Gram pagelle

SZCZESNY voto 6: sui gol non ha responsabilità particolari, per il resto è attento e concentrato molto più di tutti i suoi compagni di reparto. BALUARDO

GATTI voto 5: nervoso e poco incisivo. Perso lo smalto del periodo d’oro. Adesso emergono le insicurezze e i limiti di chi ha scalato le categorie ma non ha maturato ancora la giusta esperienza. LIMITATO

RUGANI voto 5,5: fin troppo bistrattato al punto che nonostante una performance non certamente da incorniciare risulta comunque il meno negativo del pacchetto arretrato tra gli uomini di movimento. Soffre Noslin, ma cerca comunque di farsi sentire. BISTRATTATO

DANILO voto 5: non è serata neanche per il capitano che alla poco efficace prestazione aggiunge una discreta sfortuna la minuto 84′ quando, una volta esauriti i cambi, si infortuna alla caviglia sinistra e non può lasciare i suoi in 10. Stoico ma poco incisivo. SMARRITO

CAMBIASO voto 5,5: nel primo tempo con Yildiz è il più positivo dei bianconeri, ma nella ripresa crolla e si spegne alla distanza senza risultare mai veramente efficace. Ci aveva abituati così bene che in una serata no di tutto la Juventus non riesce ad emergere nemmeno lui. OPACO

McKENNIE voto 5: delle belle prestazioni fornite fino al mese di gennaio neanche l’ombra. Non era un fenomeno prima e non è diventato un brocco adesso, ma se la Juventus vuole fare un deciso step di crescita nella zona nevralgica del campo lui non può esserne un punto fermo. McSTANCO

LOCATELLI voto 5,5: mezzo voto in più per l’assist a Rabiot per il 2-2 finale, ma la sua lentezza e la sua indole a schiacciarsi addirittura più indietro dei centrali di difesa trascinano la Juve nel baratro e invitano l’avversario ad avanzare. Non è un regista e non ha i tempi di gioco dello stesso. Lento e involuto al punto che probabilmente sogna ancora Chalanoglu tutte le notti. SCHIACCIATO

RABIOT voto 6: ha il merito di realizzare il gol del pareggio, ma fino a quel momento e anche dopo appare parecchio impreciso e poco concentrato. Perde quasi tutti i duelli a centrocampo. E’ LUI O NON E’ LUI?

KOSTIC voto 5: prestazione in linea con la sua stagione. Priva di verve e di iniziativa. Non salta mai l’uomo e gioca i più palloni all’indietro come un Alex Sandro qualsiasi. DISPERSO

VLAHOVIC voto 6,5: al rientro dopo i problemi muscolari disputa una partita tutto sommato più che buona. Realizza il calcio di rigore con grande freddezza e gioca di sponda con i compagni essendo spesso lasciato solo e spalle alla porta. PREZIOSO

YILDIZ voto 6,5: tocca la palla con la delicatezza dei campioni. Ha sempre l’orientamento giusto e il primo controllo da far invidia a chiunque. Lega il gioco e soprattutto è prezioso per far salire i compagni con il suo continuo movimento a venire incontro. Nel primo tempo potrebbe anche segnare ma esita quell’attimo di troppo che gli costa il recupero avversario. VIVACE

ALEX SANDRO voto 5: definirlo impresentabile è fin troppo facile. Lui ogni volta ci mette il suo timbro per confermare tutto quanto di poco buono è stato detto sul suo rendimento negli ultimi anni. Un suo intervento goffo per poco non costa il gol del 3-2. Che giugno arrivi il più in fretta possibile prima che contagi altri giocatori. IMPRESENTABILE

CHIESA voto 5,5: con Allegri non c’è feeling e pare evidente. Se però quando viene gettato nella mischia non riesce mai ad incidere finisce per dar ragione a chi lo considera un giocatore dal quale fare cassa. Anche stasera, al di là del gol divorato, decisamente insufficiente. ENIGMA

ALCARAZ voto 6,5: si presenta con una verticalizzazione per Rabiot che mette Vlahovic nelle condizioni di firmare il gol vittoria, ma il serbo fallisce la più incredibile delle palle gol. Ha gamba ed entusiasmo e oggi non può stare a guardare gli altri (che sono impresentabili) DEVE GIOCARE

ALLEGRI voto 4: si ostina con certi giocatori e soprattutto con l’ormai impresentabile 3-5-2 lasciando in panchina alternativamente Chiesa e Yildiz quando chiunque al suo posto sfrutterebbe tutto il proprio potenziale offensivo. Quando passa al 4-3-3 la Juventus cambia volto e atteggiamento e riesce ad essere più propositiva e alta. Non è un caso, ma la sua ostinazione è ai limiti dell’autolesionismo. La scelta di togliere Yildiz dopo appena 3′ dall’ingresso di Chiesa è l’ennesima riprova che non ci siamo. AUTOLESIONISTA

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Pubblicato da Luca Gramellini

Laureato in Scienze Politiche all'Università degli Studi di Bologna da sempre affascinato dal giornalismo sportivo. Scrivere è sempre stata una passione. Essere apprezzati dipende da noi stessi, ma resta un privilegio. Non smettete mai di cullare i vostri sogni. Credeteci sempre e lottate per raggiungerli. Credete in voi stessi. I sogni si avverano.

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