C’è poco da ridere..

Chi pensava di aver pagato il conto e di essersi liberato dalle atrocità delle ultime due stagioni evidentemente non aveva fatto i conti con la realtà. La nostra realtà: quella di casa Juventus. Una sola vittoria, al 95′ con il Frosinone in casa, nelle ultime 9 di Serie A condite da 4 pareggi e altrettante sconfitte sono il magro bottino di chi viaggia spedito verso la retrocessione. Trattandosi della Juventus si viaggia spediti solo verso l’uscita dalla zona Champions che, rapportato al blasone, agli obiettivi e a tutto quello che concerne il mondo Juve, equivarrebbe ad una retrocessione. Nove sfide accomunate quasi tutte dal nulla cosmico che hanno complicato maledettamente una situazione che sembrava inattaccabile. Eppure c’è chi ride. C’è chi ride sugli spalti, c’è chi ride davanti alla tv godendo per lo sfacelo pilotato da Max Allegri, ma soprattutto, e questo è il fatto ben più grave, c’è chi ride in campo o in panchina anche dopo l’ennesima sconfitta in una partita mai realmente giocata per vincerla, e non è l’unica della gestione Allegri. Già, Massimiliano Allegri da Livorno, richiamato a Torino per risollevare le sorti di un club che aveva comunque conquistato due trofei, ma che non erano sufficienti per il blasone del club stesso. Tre anni di nulla nei quali abbiamo, giustamente, messo sul piatto tutte le possibili scusanti per giustificare la mancanza di gioco e risultati. Adesso è giunto il momento di dire basta perché la situazione è arrivata ad un punto di non ritorno e se non saranno prese decisioni drastiche (sì, ma da chi?) ci sarà davvero da piangere. Piangono i tifosi, quelli veri, quelli che per ciò che stanno vivendo non ci dormono la notte, quelli che si “sparano” chilometri e chilometri per essere sempre al fianco della Vecchia Signora, mentre chi dovrebbe realmente fare qualcosa tace inesorabilmente. “Si vocifera qua, si vocifera là”, sono le frasi che si leggono sul web o si sentono la mattina al bar davanti ad una tazzina di caffè, ma alla fine il rumore più assordante è quello del silenzio di John Elkann che si è preso la briga di risistemare i conti di Madama attraverso i suoi uomini di fiducia i quali hanno a cuore esclusivamente le vicende amministrative. C’è poco da ridere nel vedere lo scempio che si sta consumando ed anche se siamo “tutti bravi col culo degli altri” Allegri dovrebbe avere la dignità di dimettersi. Lo ha fatto recentemente Sarri alla Lazio, consentendo l’innesto di un signor allenatore come Tudor che in due settimane ha già dato una propria impronta alla squadra, lo fece Lippi per rimanere in ambito bianconero, anche Gattuso rinunciò al suo contratto e lasciò a malincuore il Milan e lo hanno fatto altri perché non sempre è da leggersi come una codardia il farsi da parte, bensì a volte è proprio indice di responsabilità e signorilità. La Juventus è ostaggio di quel contratto capestro che fu fatto firmare da Andrea Agnelli a Max Allegri, una vera e propria follia comunque la si voglia leggere, vero grande errore dell’ex presidente che oggi sarebbe probabilmente l’unico a poter risollevare le sorti di un club la cui proprietà lo considera più o meno come un fardello a cui la cosa fondamentale è ridimensionarne il peso. Quello che sta attraversando la Juventus, ancor più dopo tutto quello che è emerso in questi giorni, dal dossieraggio sino all’assoluzione per i dirigenti sul caso “mandati fittizi agli agenti”, ha delle fortissime analogie col periodo 2006-2010 ed anche allora c’era la mano “sapiente” (non a caso tra virgolette) del fratello sbagliato della famiglia Elkann. Sì, perché Lapo, sparito dai radar da diverso tempo (sarà un caso?) ama veramente la Juventus e non la lascerebbe implodere così. Allegri ha le sue enormi responsabilità perché la guida tecnica non può essere esente e non mi si venga a raccontare la solita storiella della rosa inadeguata e mediocre perché sarebbe come voler fingere di dimenticarsi la qualità delle prestazioni e i risultati di questi ultimi due mesi contro avversari che, con tutto il rispetto, non possono certo essere paragonati alla Juve. Basta con questi alibi assurdi, basta con le barzellette e gli scaricabarili e ancor più basta con le dichiarazioni rilasciate da Allegri ad ogni debacle sulla base delle quali nessuno mai è posto davanti alle proprie responsabilità, lui compreso. Basta con chi non merita la maglia, un lavoro dentro la Juventus o chi non ha a cuore la Juventus. “È più facile ottenere quello che vuoi con un sorriso che con la punta della spada” – sosteneva William Shakespeare – ma oggi c’è davvero poco da ridere e sorridere perché l’unica cosa che stiamo ottenendo è l’uscita da un piazzamento Champions.

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Pubblicato da Luca Gramellini

Laureato in Scienze Politiche all'Università degli Studi di Bologna da sempre affascinato dal giornalismo sportivo. Scrivere è sempre stata una passione. Essere apprezzati dipende da noi stessi, ma resta un privilegio. Non smettete mai di cullare i vostri sogni. Credeteci sempre e lottate per raggiungerli. Credete in voi stessi. I sogni si avverano.

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