Dici Juventus e si scatenano immediatamente mille emozioni. E quando pensi ad emozioni, magari quelle forti, pensi subito a un qualcosa di piacevole, qualcosa di cui compiacersi. Ma evidentemente non hai fatto i conti con le emozioni che scatena la Vecchia Signora. Da un lato ci sono i circa 14 milioni di tifosi bianconeri sparsi sul suolo italico, che ancora si emozionano (non tutti a onor del vero) per le vittorie e per i continui record su record che Madama da ormai un settennato ci regala, dall’altro ce ne sono quasi altrettanti che sono mossi, e mossi è proprio il caso di dirlo, da sentimenti di “odio” sportivo ormai conclamato.
Viviamo nell’era in cui esibiscono le proprie gesta due extraterresti del giuoco del calcio uno, Cristiano Ronaldo, decise lo scorso luglio di approdare alla corte della Vecchia Signora, l’altro, Lionel Messi, da una vita ormai con la maglia blaugrana sempre addosso. E da almeno dieci anni, quelli in cui questi due mostri del pallone si sono divisi 5 Palloni d’Oro a testa, conviviamo con l’interrogativo su chi sia il più grande dei due.
Invidia, brutta bestia
Ronaldo, che dopo 3 Champions League consecutive veniva eletto quasi a furor di popolo il più forte calciatore al mondo, paga la scelta fatta di approdare alla Juventus. Da quel giorno è improvvisamente diventato più “normale”, più antipatico (strano!) e meno determinante, lui che contro l’Atletico Madrid e nella doppia sfida all’Ajax aveva dimostrato, semmai ce ne fosse stato bisogno, la differenza tra un campione e un fenomeno assoluto.
Contro l’Inter a San Siro il portoghese ha realizzato la rete numero 600 in carriera con la maglia di squadre di club ma evidentemente questo non è bastato per meritare un certo rispetto da chi, giustamente, ha una fede sportiva avversa a quella bianconera.
Peccato che…
Peccato questo accanimento riservato a un giocatore che si è comunque dimostrato un grande professionista per tutto il corso della propria carriera. Un giocatore che vive in funzione del calcio e alla continua ricerca di migliorarsi e superarsi. Un atleta che vanta, numeri alla mano, un curriculum realizzativo irripetibile nei millenni, in soldoni 703 reti in 991 partite ufficiali giocate tra Nazionali e squadre di club. Già, peccato perché poi a tutto questo si deve pure aggiungere che l’extraterrestre argentino, autore di una rete su calcio di punizione da far vedere e rivedere al reparto oculistica di qualsiasi nosocomio per garantire una pronta guarigione a chiunque ne osservi l’esecuzione, nell’azione che gli è valsa quel calcio di punizione si è macchiato di un episodio (un pugno a Fabinho) che sarà presumibilmente oggetto di valutazioni da parte dell’UEFA.
Provate ad immaginare voi cosa si sarebbe scatenato, nell’era dei Social Network, se questa rete davvero incantevole, ma irregolare, fosse stata messa a segno dal giocatore della Juventus. Ne abbiamo tutti quanti la certezza, ormai tutto ciò che ruota attorno al mondo Juve è sempre e comunque oggetto di polemiche.
Chiamiamolo marketing
Questa continua ricerca di “audience“, a discapito di qualsiasi regola giornalistica vigente, è diventata la classica regola di marketing non scritta. E l’indice di gradimento o di ascolto è palesemente riscontrabile nei “like” e nei commenti di chi vive alla ricerca di un po’ di notorietà. Parlare di Juventus fa audience, nel bene o nel male. Hai sempre e comunque un circa 50% di seguaci del mondo del pallone che appoggeranno il tuo pensiero.
E così, che tu sia un fedelissimo “gobbo” o un illustre “oppositore“, la Juventus è e resterà un’ossessione, dolce o crudele, ma sempre un’ossessione sarà.
L’invidia è brutta,e la juve e invidiata da tutti coloro che non hanno nel cuore questa maglia e che sotto sotto vorrebbero tanto che la loro squadra vincesse almeno la metà di quello che vince la juve,vorrebbero tanto avere in squadra Cristiano,così per compensare questa mancanza preferiscono gettare fango su tutto il mondo juve anziché guardare le mancanze e la pochezza in casa loro.!
Purtroppo è esattamente così!!