Enfatizziamo, esageriamo, esaltiamo quella parte di bicchiere mezzo pieno che tante volte siamo portati a tralasciare. Partiamo ovviamente da un dato più o meno veritiero che è rappresentato dalla situazione economica di bilancio della Juventus prima dell’arrivo di Cristiano Giuntoli. Già con Giovanni Manna, promosso nel ruolo di direttore sportivo della prima squadra, le cose avevano intrapreso la strada imposta dal diktat della proprietà, ovvero riduzione dei costi, cessione degli esuberi e così via. Va da sé che i trasferimenti di Kulusevski a titolo definitivo per un corrispettivo pari a 30 milioni di euro e di Zakaria, sempre a titolo definitivo, per 20 milioni, oltre ai prestiti con diritto che può diventare obbligo di riscatto di De Winter a 8 milioni più 2 di eventuali bonus e di Pellegrini e Rovella per un importo complessivo di 21 milioni di euro, anch’essi in prestito (biennale in questo caso) con obbligo di riscatto al verificarsi di determinate condizioni facilmente raggiungibili, sono in perfetta sintonia con le linee guida societarie e mettono la Juventus in una condizione di respiro per le casse del club sconosciuta sino a un paio di mesi fa. Manca ancora qualcosa perché, inutile girarci intorno, quando Madama assecondava Allegri nello scambio Lukaku-Vlahovic era per un evidente risparmio economico che l’effetto di tale operazione avrebbe prodotto ai fini bilancistici. D’accordo l’elevato ingaggio del belga, ma Vlahovic non è tanto al di sotto, e i benefici del Decreto Crescita , a cui l’ex nerazzurro è ancora soggetto, spostavano equilibri e considerazioni. Oggi, tramontata quell’ipotesi, manca ancora qualcosa e il duo Manna-Giuntoli lavora per trovare un’intesa e possibili acquirenti per almeno uno tra Kostic e McKennie. Mancano ancora sette giorni alla chiusura di uno dei mercati più difficili degli ultimi anni e per poterlo definire un capolavoro, questo calciomercato bianconero, servirebbe appunto la cessione di almeno uno dei due citati. In periodo di vacche magre dalle nostre parti e di brillanti e diamanti tra Premier e Saudi League riuscire a trattenere tre giocatori come Bremer, Chiesa e Vlahovic e risanare quasi globalmente i conti sarebbe il primo capolavoro del nuovo direttore tecnico sul quale, ad oggi, sono piovuti più dubbi che meriti sul suo operato. È sempre una questione di vedute, di obiettività e se vogliamo anche di conoscenza e razionalità. La situazione, per chi aveva accettato di ascoltare, era ben nota: senza Coppe e in particolar modo senza Champions sarebbero stati necessari dei sacrifici e non avremmo potuto assistere a colpi a sensazione. C’è però la possibilità di una ciliegina sulla torta bianconera ed è rappresentata dal recupero di Pogba, perché un Pogba disponibile con una certa continuità e anche solo al 60% delle proprie possibilità sarebbe un plus clamoroso per questa Juventus che potrebbe davvero aver compiuto un capolavoro quantomeno nel rapporto mercato-esigenze-competitività. È una questione di vedute lo so, ma anche di percezione della realtà e di quel bicchiere mezzo pieno che rappresenta il sacrificio e la nostra attuale possibilità.
Per definirlo un capolavoro
Luca Gramellini Scritto il
Pubblicato da Luca Gramellini
Laureato in Scienze Politiche all'Università degli Studi di Bologna da sempre affascinato dal giornalismo sportivo. Scrivere è sempre stata una passione. Essere apprezzati dipende da noi stessi, ma resta un privilegio. Non smettete mai di cullare i vostri sogni. Credeteci sempre e lottate per raggiungerli. Credete in voi stessi. I sogni si avverano. Mostra altri articoli