Pian piano i nodi vengono al pettine

È strano e curioso che ad evidenziare che pian pianino i nodi vengano al pettine sia uno che il pettine lo ripose in età ancora piuttosto giovanile, ma tant’è. L’argomento mi è particolarmente caro perché quando cani e porci, con tutto il rispetto per i primi, ma anche per i secondi tutto sommato, mettono becco nelle vicende di casa Juventus è un po’ come se mi toccassero la famiglia. Perché la Juventus è parte della mia famiglia. Il legame, la passione e l’amore per questi colori sono quel qualcosa che ti nasce dentro e non puoi spiegarlo così semplicemente. Per la Juventus decisi di aprire il mio blog e sempre per Madama di scrivere ogni volta ne avessi sentito il bisogno. Bene, oggi è uno di quei giorni. Sarà perché dopo essermi rigenerato in altura ad oltre 1500 metri, così dovrebbe fare anche la Vecchia Signora, sarà perché il mare delle Marche offre spunti differenti o sarà perché in un tranquillo giorno di Ferragosto il presidente (volutamente minuscolo) Gravina viene preso letteralmente a pallate prima dall’ex CT Roberto Mancini e e a stretto giro anche dal Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, che in una nota del club sottolinea come il suo ex allenatore (Luciano Spalletti) sia soggetto ad una clausola da tre milioni di euro, quale penale da sostenere in caso di mancato rispetto degli accordi pregressi, trovo difficile che i nodi non restino in quel pettine. Non si può vivere di rendita per un Europeo vinto, anche per una discreta dose di buona sorte, o per un Europeo U19 conquistato appena un mese fa. Il fallimento mondiale, la seconda mancata partecipazione consecutiva, tre finali europee perse su tre, il flop al mondiale U20 e un sistema calcio Italia che fa acqua da tutte le parti sono solo alcune delle situazioni che hanno palesato l’inadeguatezza di chi gestisce il calcio nostrano, troppo preso ad assicurarsi un posto alla destra del padre padrone che gestisce il calcio europeo più o meno nella stessa misura ignobile di come è gestito quello italiano. Ultimo, ma non ultimo, il Lecce Campione d’Italia Primavera che in campo nella finale vinta contro la Fiorentina non aveva un solo italiano. E si badi bene la colpa non è dei salentini campioni con merito, bensì di un regolamento che non tutela il calcio italiano e di chi quel regolamento non ha minimamente pensato andasse modificato. E i diritti tv? Il valore del prodotto Serie A? Dopo aver toccato i minimi storici ed aver perso l’appeal di un tempo si è pensato bene che si potesse fare qualcosa attaccando la Juventus (e qui torno alle vicende di famiglia) rea di aver messo in piedi un sistema con società amiche per fare operazioni atte ad alterare i bilanci con le famose plusvalenze. Quelle plusvalenze che in ragione del fair-play finanziario la UEFA chiedeva fossero realizzate, ad esempio, dalla Roma entro il 30 giugno scorso per non incorrere nelle sanzioni previste. Già, la UEFA, del padre padrone Ceferin che dopo aver assoldato il fido Gravina credeva di aver sistemato la Juventus e il calcio europeo. Purtroppo anche qui i nodi stanno venendo tutti al pettine e il calcio del popolo tanto decantato dallo stesso Ceferin sta subendo i “soprusi” del calcio degli sceicchi. Andrea Agnelli nel suo periodo di presidenza bianconera qualche errore lo ha certamente commesso, ma sulla Superlega ci aveva visto molto lungo. È stato attaccato da tutte le parti e cosa peggiore da molti suoi tifosi che lo hanno ritenuto il male della Juventus dimenticando ogni bene fatto per portare Madama in una dimensione che mai aveva toccato prima. E quella sua battaglia contro il potere gli è costata parecchio e alla Juventus è costata la partecipazione alla prossima Champions League. Tutti contenti no? Agnelli e la Juve erano il male del calcio ed ora senza l’uno e con l’altra fuori dalle Coppe finalmente il sistema calcio Italia può ripartire di slancio. Senza appeal, senza un CT, sommerso di debiti e avendo fatto i conti senza l’oste perché come sottolineato da De Laurentiis: “Pagare moneta per avere Spalletti”. Una Federazione allo sbando nelle mani di chi ha avuto a cuore esclusivamente l’impegno di ridimensionare la Juventus e intanto il calcio italiano scivola sempre più in basso. Purtroppo a gettar fumo negli occhi sperando di aver risolto i problemi di una delle principali aziende italiane non funziona. Il Ministro dello Sport Andrea Abodi tace, la politica idem, ma pian piano i nodi vengono al pettine.

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Pubblicato da Luca Gramellini

Laureato in Scienze Politiche all'Università degli Studi di Bologna da sempre affascinato dal giornalismo sportivo. Scrivere è sempre stata una passione. Essere apprezzati dipende da noi stessi, ma resta un privilegio. Non smettete mai di cullare i vostri sogni. Credeteci sempre e lottate per raggiungerli. Credete in voi stessi. I sogni si avverano.

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